Regia di Claude Miller vedi scheda film
Il cinema francese non passa un gran momento. È lì che rigira intorno ai soliti motivi, sta in surplace su certi suoi luoghi comuni, a noi cisalpini sembra troppo uguale a se stesso. E poi sentite se si può presentare un film (sul catalogo di Cannes, dove era in concorso) con queste domande: «Si può conciliare la propria vita di uomo e di donna e aver successo nel cinema? Si può scegliere tra l’arte e la vita?». Mah. Estate su un’isola della Bretagna. L’Esperance è una bella villa borghese. Mado è un’attrice famosa, il suo compagno Brice è regista affermato. Anche Julien, figlio adolescente e ribelle di Mado, ha la vocazione per il cinema. Ha girato un corto sperimentale con Lili, la ragazza di cui è pazzamente innamorato, nel ruolo di protagonista. Solo che Lili è attratta dal maturo (e ricco) Brice. Dramma in arrivo (sfiorato), più un finale, cinque anni dopo. Ci sono il Cechov del Gabbiano, il Truffaut di Effetto notte, un briciolo di Sautet, conflitti aperti e insidie nascoste, discussioni affabili e inevitabili scontri (cos’è il vero cinema), impegnative dichiarazioni artistiche ed esperimenti fallimentari. Il film ha un’aria vecchiotta, però la Lili di Ludivine Sagnier…
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