Regia di Claude Miller vedi scheda film
Voto 7. Non è certamente un film che lascerà il segno, ma il mio giudizio è globalmente positivo. Il ritmo è qua e là un po’ lento, ma si parla di sentimenti e di relazioni umane come facciamo un po’ tutti, l’ambientazione è gradevole, i personaggi credibili. Resta vero che il doppiaggio del film è un disastro: la lettura dei testi (non si può parlare di recitazione) sembra affidata a studentelli primi della classe di una scuola media. Si salva solo Sergio Fiorentini, inconfondibile doppiatore di Gene Hackman, che presta la sua voce al sempre ottimo Jean-Pierre Marielle, qui fratello maggiore di una convincente Nicole Garcia. Le interpretazioni che si fanno notare sono comunque quelle di Bernard Giraudeau (dopo “Gocce d’acqua su pietre roventi” di Ozon, lo considero un mostro di bravura) e della splendida Ludivine Sagnier, ormai quasi un’icona, candidata a succedere niente meno che a Catherine Deneuve. Nella sua recensione, Bruno Fornara scrive: “Ci sono il Cechov del Gabbiano, il Truffaut di Effetto notte, un briciolo di Sautet…”. E’ vero e mi sembrano ottime referenze.
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