Regia di John Singleton vedi scheda film
Nonostante le bocche storte di molti recensori e la generica definizione di "cafonata pacchiana" dalla stampa, la serie "Fast & Furious" sembra proprio che "acchiappi",per dirla in un desueto modo giovanilistico, mazzi di imberbi spettatori esaltati dalle spacconate su quattro ruote(a volte pure due) delle gangs che sfidano la legge per gare non autorizzate a velocità esagerate, il quarto episodio,che rimette in pista il duo Vin Diesel(vero motore di attrazione dei fans) e Paul Walker, ha infatti ottenuto incassi altissimi dappertutto,che autorizzano il sospetto di un numero 5 di là da venire. Fatte le dovute considerazioni commerciali, e comunque ammettendo il fascino cinetico sullo sguardo di adolescenti e appassionati di motori vari, se il primo capitolo,pur rozzamente,pur semplicistico,riecheggiava molto schemi western riproposti in salsa d'asfalto, nel secondo,cambiata la regia dall'abile Cohen all'ex-impegnato John Singleton(ma non è che "Boyz'n'the hood" sia stato un bel pò sopravvalutato alla sua uscita,eh?), rimasto il biondo Walker e affiancato per par condicio dalla latina Eva Mendes e dal nero Tyrese Gibson, c'è dell'ironia in più,ma nemmeno vivacissima, e il racconto ha molta meno tensione, sia pur all'interno di una medesima prevedibilità e affinità con l'inverosimile. L'unico momento spettacolare che si ricordi,per quanto improbabile,è l'arrembaggio della macchina sullo yacht del cattivo Cole Hauser, per il resto, dinanzi a modelli canonicamente belli quanto gli interpreti,ma sconsigliabili in pieno da un punto di vista imitativo da parte dei fans, siamo alla versione patinata di canovacci per un gradino nemmeno troppo elevato della "blackploitation".
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