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La destinazione

Regia di Piero Sanna vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La destinazione

di alicante
6 stelle

Pare un racconto di fine Ottocento,il film di Sanna:infatti,come in "Caccia Grossa"(racconto autobiografico di un carabiniere,Giulio Bechi),si narra del trasferimento in Sardegna di un carabiniere,destinato a combattere il banditismo.Ma il ragazzo protagonista del film(un riminese),che non è Gaguin,non giunge nelle spiagge paradisiache di Tahiti,ma nel posto "più vicino a fuori dal mondo",Coloras(paese inesistente nella geografia sarda),un desolato paesino di montagna.
Proverà sulla sua pelle gli antichi codici della disamistade sarda,che non ammmettono altra giustizia se non quella personale.
Purtroppo molte cose raccontate nel film del mio conterraneo sono DOLOROSAMENTE VERE:il paesino descritto nel film somiglia a mille altri che si trovano in Sardegna(compreso quello in cui vivo io);la diffidenza verso"su strangiu"(lo straniero,ma anche ciò che è sconosciuto);il silenzio imbarazzante che c'è nelle strade che ti fa sentire osservato;l'orgoglio per il proprio essere sardi,anche negli aspetti peggiori;le sanguinose faide che portano prima alle intimidazioni(hai fatto uno sgarro?e io ti stermino il gregge),poi ai fatti(quasi sempre a colpi di fucile);la vergognosa omertà della gente(per paura,ma anche per silenziosa approvazione);l'attaccamento viscerale alle superstizioni(le tradizioni,ma anche la religione cristiana);i vecchietti che sembrano inariditi dal troppo sole e scolpiti nel legno.Guardate bene le grotte e i rifugi degli assassini in latitanza:non sono molto dissimili dalle"pensioni"che hanno ospitato molte vittime dei sequestri.
Sanna è coraggioso a realizzare un film pessimista,documentaristico,essenziale.
Un film agognato(è così ridotta la filmografia sarda!),che aiuta anche a capire in quale contesto ignoranza,di fame,di valori deviati siano cresciuti i banditi sardi(ad esempio quelli dell' anonima sequestri).
Ma a volte Sanna pecca di troppo amore dando un'immagine un pò troppo romantica di certi aspetti della Sardegna(il bandito-eroe è una figura ormai estinta,così come i "valori" da cui partiva:ora ci sono solo vigliacchi che hanno un unico valore:i soldi).
Inoltre folklore del paesino,mi pare francamente eccessivo:
-Cosa c'è per pranzo per il carabiniere appena giunto a Coloras?Malloreddus e pane carasau!
-Le cerimonie reigiose:"S'iscravamentu(cioé la deposizione)",rigorosamente in sardo!Il matrimonio,rigorosamente in costume!La processione delle anziane al santuario!
-I Mamuthones!
-Le donne:tutte coi capelli ed occhi neri!
-Macchine viste in tutto il film:due!Elettrodomestici:nessuno!
E' ovvio che,rifacendosi ai suoi fatti personali ,la storia non può essere ambientata ai giorni nostri,ma il regista VOLONTARIAMENTE evita di dare indizi cronologici,dando la sensazione di stare in un luogo fuori dal tempo.
E con questo per me commette un grave errore:lasciare il dubbio che la Sardegna intera sia ancora oggi fuori dal tempo e non porre un credibile contraltare,rappresentato dalle nuove generazioni.
Certo,la Sardegna ancora oggi è ANCHE questo,ma non è SOLO QUESTO.
Le nuove generazioni hanno delle ALTERNATIVE!Possono studiare,possono spostarsi,fare altri lavori(e basta con la storia del sardo-pastore!),accedere alle informazioni (grazie anche alla tanto odiata TV),scegliere
di abbassare la testa e rassegnarsi alle faide(cosa che si riscontra in certi sardi e che mi fa perennemente incazzare),o rimboccarsi le maniche e cambiare la nostra situazione.
Per questo trovo inaccettabili le parole con cui il carabiniere sardo Costantino spiega la mentalità della sua gente al protagonista del film:"noi siamo fatti così,SEUS TOTTUS ZERACCUS(=siamo tutti schiavi!)".
Parli per se'.

Sulla colonna sonora

altro tocco di folklore:e vai con le canzoni in limba! Evidentemente Paolo Fresu,essendo Jazzista,era troppo moderno.. Sarebbero state ben più adatte delle canzoni di De André(l'unico a comprendere a fondo la Sardegna dal di fuori). Una su tutte:"Disamistade".

Cosa cambierei

L'eccesso nelle descrizioni folkloristiche:mancavano soltanto Pattagaiu,Pattagarrosu ed il lancio del muflone(chi segue Aldo.Giovanni e Giacomo sa di che parlo).

Su Piero Sanna

Sorvolo su certi difetti di montaggio(certi raccordi un pò forzati..). Se "La destinazione"fosse stato girato cinquant'anni fa sarebbe stato un' ottimo film neorealista. Volenteroso.

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