Regia di Piero Sanna vedi scheda film
Maresciallo Rocca e Carabiniere Arcuri state in guardia! Finalmente si è deciso di raccontare l’altra faccia (quella più sporca, vera ed efficace) della gloriosa Arma ed Istituzione Italiana ed il merito va riconosciuto all’esordiente regista Piero Sanna (Carabiniere dal 1962 ed ora in servizio presso il Nucleo Operativo del Comando Provinciale di Milano… e con il tempo libero da sempre dedicato all’attività cinematografica!). Nel suo “La Destinazione” ci offre un ritratto crudo e realistico delle difficoltà quotidiane ed insuccessi (elimanti i toni trionfalistici o celebrativi) di uomini impegnati a ristabilire la giustizia in alcune difficili realtà sociali del nostro Paese come possono essere alcune zone rurali e di ataviche tradizioni della Sardegna, altra importante ed efficace coprotagonista della pellicola. Allievo della “Scuola” di Olmi (rigore ed essenzialità sono elementi costanti di questo debutto), Piero Sanna racconta la storia di Emilo (Roberto Magnani), giovane ragazzo romagnolo che non riuscendo a trovare lavoro decide di arruolarsi nell’Arma dei Carabinieri. Dopo un periodo di formazione a Roma, viene destinato in Sardegna, in un piccolo paese della Barbagia. Qui la sua storia si intreccia con le austere e solitarie vite della gente del paese ed Emilio si accorge di essere arrivato in un mondo a parte, ancorato a valori e riti arcaici, a consuetudini e vizi atavici e caratterizzato da un’asprezza – talora da una crudeltà – molto forte. Tra i suoi primi compiti, Emilio dovrà condurre insieme ai suoi colleghi le indagini relative all’omicidio di un pastore ucciso sotto gli occhi del figlio che, nascosto in un cespuglio, ha riconosciuto l’assassino. Ma l’indagine non vedrà trionfare la giustizia( come amaramente accade molte volte nella realtà) e Piero Sanna, che sin dal suo esordio predilige risoluzioni non pacificatrici e snodi narrativi per nulla accattivanti, si fa serio e silenzioso portavoce ( ma una personalità maggiore e toni meno esageratamente trattenuti non avrebbero nuociuto al racconto) di un’umanità che non grida o scalpita ma affronta sommessamente ed intimamente il dolore del vivere quotidiano. Cinema rigoroso ed essenziale, perdoniamo a “La Destinazione” l’eccessiva freddezza di emozioni e piatta linearità di racconto che se di certo non ne fanno un’opera destinata al grande pubblico lo annoverano però tra i titoli di un cinema che hanno qualcosa da dire e non banalmente omologato!
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