Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film
Oggi sono felice di parlare di un film con un grande amore per il cinema che passa attraverso… i costumi…
Sono stata rimproverata perché ho postato solo un link alla mia prima videorecensione, così qui dopo il link troverete la trascrizione della mia seconda videorecensione... però vi perdete tutti gli inserti di Roberto (tra cui il divertente aneddoto finale su Monica Vitti) ed anche tutto il materiale fotografico!
https://bit.ly/DIAMANTI_by_Ferzan_Ozpetek_RLMR
Oggi sono felice di parlare di un film con un grande amore per il cinema che passa attraverso… i costumi…
Perché? Perché i costumi sono una parte fondamentale nei personaggi a partire da Cappuccetto Rosso fino a Charlie Chaplin e oltre…
…e chi sarebbero Superman, Batman, Spiderman, Catwoman e tutti gli altri supereroi senza i loro costumi?
Quindi, non è un semplice indumento, ma uno strumento narrativo indispensabile per evidenziare le caratteristiche del personaggio.
Nei primissimi anni del cinema, i costumisti cinematografici sono ancora molto pochi, spesso gli attori e le attrici si vestono da soli o nei film storici ricorrono alle sartorie teatrali, finché nel 1924 la Paramount crea il primo reparto di costumi e si presenta una giovane donna con una valigetta piena di disegni così interessanti e vari che la assumono subito.
Anche se il giorno dopo lei confessa che i disegni sono dei suoi studenti, fortunatamente alla Paramount decidono di non licenziarla, ed Edith Head diventa un mito della storia del cinema, perché detiene ancora oggi il record per il maggior numero di Oscar vinti da una donna - 8 statuette su 35 nominations -, lavora su oltre 400 film, collaborando con registi di fama mondiale come Alfred Hitchcock, Billy Wilder e Cecil B. DeMille.
Con un’attenzione meticolosa ai dettagli e la capacità di esaltare la personalità degli attori attraverso i costumi… sono suoi anche il tubino nero di Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany ed il vestito bicolore di Grace Kelly ne La finestra sul cortile oltre a moltissimi altri…
Le costumiste italiane arrivano dopo ma non sono da meno… il maggior numero di riconoscimenti li ottiene Milena Canonero, che esordisce con Arancia Meccanica di Kubrick, sua la iconica bombetta del protagonista con cui guadagna il primo oscar…
Famosa perché conduce lunghe ricerche per confezionare i suoi costumi, ha fatto 4 film con Francis Ford Coppola tra cui Megalopolis quest’anno e 5 con Wes Anderson vincendo con Grand Budapest Hotel la sua quarta statuetta che ha dedicato a quello che considera il suo maestro, Piero Tosi…
…un fiorentino che ha iniziato la sua carriera creando i costumi di Anna Magnani per Bellissima di Luchino Visconti con cui ha sempre continuato a lavorare condividendo la celebre maniacalità per i dettagli del regista…
Grazie a Lombardo, per il ballo de Il Gattopardo Tosi può realizzare 300 costumi diversi uno dall’altro tra cui il celeberrimo vestito bianco di Claudia Cardinale…
Ma di Tosi sono anche le bretelle a X sul corpo nudo di Charlotte Rampling nel Portiere di notte di Liliana Cavani… di lui dicono che dormisse con i tessuti prima di sceglierli, per ascoltare quello che avevano da dire…
Forse potremmo chiederne la conferma a Ferzan Ozpetek visto che dopo essere venuto da Istanbul a Roma negli anni 70 per studiare Storia del Cinema, frequenta anche l’Accademia di Costume e Moda e quando poi inizia a fare l’aiuto regista è affascinato dalle sartorie dei costumi, come quella conosciutissima di Tirelli dove facevano realizzare i loro bozzetti tutti i più grandi costumisti, tra cui Tosi di cui lui diventa grande amico…
Addirittura il giovane Ozpetek gli chiede di leggere le sceneggiature per sentire il suo parere… e probabilmente la sua attenzione per i dettagli degna di Visconti deriva proprio da quella di Tosi, forse il primo in Italia a considerare il costume non semplicemente come un abbigliamento realistico, ma come una parte estesa del personaggio…
Sicuramente il costumista che Ozpetek ha scelto per Diamanti, Stefano Ciammitti ha fatto un lavoro impressionante perché davvero i suoi costumi sono personaggi a se stanti… perfetti per mostrare l’enorme lavoro della sartoria delle due sorelle protagoniste nel realizzare i magnifici bozzetti di una costumista da Oscar chiaramente ispirata a Milena Canonero…
Lo scenografo turco Deniz Göktürk (Kobanbay)ricrea dal nulla la sartoria con una ricchezza di particolari che mi ha dato un colpo al cuore perché c’è esattamente lo spirito di quelle che frequentavo quando ho mosso i miei primissimi passi nel cinema…
Quindi sento profondamente quanto amore per il cinema c’è in Diamanti, anche se è un amore contrastato perché Ozpetek lo divide con un altro grandissimo amore, quello per le donne…
Infatti, nel film, accanto ai personaggi maschili ben tratteggiati, ma decisamente secondari ci sono ben 18 attrici più o meno importanti, tutte curate con molta attenzione, tanto da far dire ad Ozpetek che questo film è come uno spartiacque perché se finora temeva di affrontare i personaggi femminili da adesso vuole dedicarsi solo alle donne, meravigliose e resistenti come i Diamanti…
Effettivamente occorre coraggio per fare un film con così tanti personaggi femminili e non per il banale luogo comune dell’impossibilità di metterle d’accordo, perché anzi in questo caso sembra si sia creata una bellissima sorellanza tra loro, ma perché per parlare di donne occorre scavare in profondità nei loro sentimenti…
Però, i sentimenti sono un marchio di fabbrica di Ozpetek che insieme alle due sceneggiatrici Elisa Casseri e Carlotta Corradi hanno scritto e riscritto la sceneggiatura anche durante le riprese (e vi assicuro che non è affatto semplice come forse potrebbe sembrare ai non addetti ai lavori) seguendo le mille storie di questo film corale in cui ci possiamo godere perfino le attrici che cantano…
…e in cui non manca neanche una lodevole denuncia di violenza domestica - che ormai per fortuna troviamo quasi sempre - risolta, esattamente come il lieto fine, con una trovata favolistica che è anche un inno alla forza delle donne per questo natale 2024 in cui Vision, la distribuzione che ha creduto da sempre in questo progetto prodotto per la prima volta da Marco Belardi e non dalla storica produttrice di Ozpetec Tilde Corsi, ha scelto di far uscire questo film così viscontianamente sontuoso, in grado di ricordare agli spettatori di tutto il mondo la celebre artigianalità cinematografica italiana...
Spettatori che hanno sempre apprezzato le star italiane di cui queste 18 attrici meravigliose una più brava dell’altra sono un’ottima rappresentanza…
I personaggi femminili sono la mia specialità ma siccome questi sono troppi e quindi il video sarebbe troppo lungo, ho deciso di parlarvi soltanto dell’unica attrice che non ha una parte nel film…
Lo so, state pensando che sono pazza, ma non è così perché questo film viscontiano ambientato nel 1974 ha una caratteristica molto molto moderna che è la rottura della quarta parete, cioè nel film vediamo come è nato il film…
Infatti, obtorto collo, perché non avrebbe voluto apparire in scena ma nessun altro avrebbe potuto farlo al posto suo, c’è lo stesso Ozpetek nella parte del regista che convoca tutte le sue attrici per proporre loro di girare Diamanti… Però, una è costretta a rifiutare… Non vi spoilero il motivo ma vi rivelo chi è l’attrice che non è nel film, cioè Elena Sofia Ricci… e paradossalmente nei brevi dialoghi tra lei e Ferzan c’è l’essenza di Diamanti…
Perché il dolore per la perdita di una persona amata di cui purtroppo anche Elena Sofia Ricci ha una esperienza personale, è impossibile da lenire davvero, ma forse si può sublimare ritrovando uno scopo per vivere e soprattutto rendendosi conto che chi ci manca è semplicemente “nella stanza accanto”, una battuta stupenda che purtroppo è stata tagliata perché ricordava troppo il titolo del film di Almodòvar in sala proprio in questi giorni…
Questo film ricchissimo di personaggi e di dettagli, si conclude in un ambiente vuoto con una intensissima Elena Sofia Ricci sola che avanza verso di noi ricordandoci quello che conta davvero… e ovviamente indossa un meraviglioso costume che la fa sembrare un angelo…
Prima dei titoli di coda c’è una dedica a Mariangela Melato e a Virna Lisi con cui Ozpetek non ha fatto in tempo a fare un film e a Monica Vitti per ringraziarla di quello che ritiene il più bel complimento professionale della sua vita, tre grandi attrici con cui Ozpetek spera di lavorare prima o poi…
Spero che la recensione vi sia piaciuta e come sempre vi prego di postare i vostri commenti per poterla migliorare
Grazie e buone feste!
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