Regia di Lars von Trier vedi scheda film
Decisamente stravagante e intrigante
Se Lars Von Trier voleva sorprendere il pubblico, c'è riuscito sicuramente.A partire dall'allestimento della scenografia,diciamo"teatrale" tutta chiusa in un set, con strade disegnate col gesso, pareti invisibili, artificiali variazioni luminose.Poi altra novità, la scansione temporale,il film è spalmato su un prologo e nove capitoli,con didascalie a sostegno e spiegazione delle immagini.La storia è ambientata in un'immaginaria cittadina alle pendici delle Montagne rocciose,negli anni della grande Depressione.Una giovane donna,la diafana e affascinante,Grace, al secolo, Nicole Kidman,arriva fuggiasca a"Dogville"inseguita da gangster, per motivi che solo alla fine si chiariranno.Accolta,all'inizio con benevolenza dagli abitanti della piccola comunità, sembra trovare una sua dimensione,ma lentamente i rapporti cambieranno e la cordialità dei cittadini del piccolo centro,andrà lentamente scemando, lasciando spazio a un comportamento sempre più vessatorio e tirannico, le loro "richieste"diverranno sempre più pressanti e ricattatorie,fino all'estremo.
Il finale,da resa dei conti, ribalterà ruoli e situazione,
Il film è molto ambizioso e intrigante, nonchè stravagante e gli elementi messi in campo sono tanti.
Il regista non nutre fiducia e aspettative nei confonti dell'umanità,la comunità di "dogville" è un microcosmo, dove ritroviamo un classico campionario di comportamenti nefandi,ipocrisia innanzitutto, nessuno è come sembra, poi meschinità,si approfitta di una persona che si trova in una posizione di pericolo, quindi fragile,poi il provincialismo ottuso e becero,la chiusura mentale,sotto un manto di perbenismo, la diffidenza per lo straniero,infine la violenza e la mancanza di umanità,tutti i mali che affligono la società americana moderna e non solo.
Opera complessa dalle tante sfaccettature e dalle tante chiavi di lettura.decisamente anticonformista e di rottura.
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