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Dogville

Regia di Lars von Trier vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Dogville

di Kurtisonic
8 stelle

Lars Von Trier  posa un altro mattone nel muro del suo pessimismo. Per semplificare  i tempi di una narrazione che necessita di un crescendo drammatico e consapevole, il regista decostruisce, rivoluziona l'aspetto visivo più evidente, confonde i parametri spazio-temporali in un ambiente artificioso. Il set è parzialmente riprodotto, il villaggio di Dogville è rappresentato su di un palcoscenico teatrale, gli ambienti disegnati per terra sono inesistenti, pochi oggetti sono materialmente presenti, gli attori invece fingono di muoversi all'interno del reale, dunque chiudono porte, aprono finestre, maneggiano la terra che ai nostri occhi restano elementi invisibili. Da una parte dunque si sottolinea l'artificiosità del cinema, ma dall'altra questa visione del villaggio è funzionale alla messa a nudo degli esseri umani animati da sentimenti ancora da decifrare. Quando Grace (N. Kidman) irrompe a Dogville viene accolta e protetta, successivamente quando si scopre che è una ricercata, viene sfruttata, maltrattata, violentata. E' interessante capire cosa simboleggia Grace agli occhi degli abitanti di Dogville e cosa guiderà la loro trasformazione oltre al desiderio di sopraffazione e di dominio di un essere umano sull'altro. Grace incarna l'eroina vittima del sistema sociale già vista in precedenti lavori di Von Trier, ma rappresenta anche il tentativo della modernità di recuperare una dimensione umanizzata e antica, però irrimediabilmente contagiata dalla natura stessa dell'uomo che è ipocrita, egoista. Nella società vecchia e nuova domina solo la paura, la diffidenza, la mancanza d'amore e di coraggio. In questa chiave, nel confronto finale il potere più forte non può che soffocare l'altro, che non solo è svuotato di ogni valore ma è  un pallido emulo  di ciò a cui aspirerebbe,  non ha gli strumenti che giustificano la violenza che lo travolgerà. Grace verrà reintegrata nel suo contesto sociale dall'intervento del padre impersonato da un cinico e realistico James Caan, che le conferirà una parte del suo potere, dunque la figura femminile diventa artefice e protagonista della violenza moderna mentre in precedenza era solo destinata a subire. Fra i personaggi di Dogville meglio riusciti, spicca Tom, l'innamorato platonico di Grace, aspirante scrittore, essere assolutamente teorico che vuole elevare i compaesani a livello morale e culturale. Si rivelerà anche peggio degli altri e si meriterà una fine adeguata. Il messaggio di Von Trier è più oscuro e temibile che mai, la Storia non fa nutrire nessuna speranza, e la tragedia che è dentro di noi incombe, giorno dopo giorno. Meno dogmatico di quanto sembri. 

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