Regia di Gérard Krawczyk vedi scheda film
La distribuzione italiana non ha nemmeno avuto il coraggio di intitolarlo Fanfan la Tulipe, come il suo celebre predecessore del ’51 di Christian-Jaque, avventura picaresca settecentesca dove Gérard Philipe si sbizzarriva in acrobatiche fanfaronate e la Lollobrigida esibiva (oltre a un generosissimo decolleté) una sana simpatia popolaresca. Al loro posto in questo Il tulipano d’oro una Penélope Cruz bamboleggiante e imbronciata e Vincent Perez, giovane divo francese bello e (giudiziosamente) perverso che qui impernia la sua recitazione su un sorriso instancabile, una capigliatura in perenne movimento, una baldanza inossidabile. Forse non per colpa sua, ma pare una pallida caricatura di Gérard Philipe. Come accade sempre più spesso nei film frastornati dall’azione e divorati dagli effetti speciali, non c’è più vita in questi corpi, pathos nei duelli, riso nell’allegria. Non c’è più grazia nella composizione cinematografica. Le battute (spesso tristemente “moderniste”, con riferimenti all’attualità) si susseguono con tempi televisivi (come in attesa di risate registrate) e conseguente banalità. 97 minuti di grandeur comico-spadaccina francese che paiono 197 e ci lasciano sfiniti e immusoniti.
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