Regia di Paul Feig vedi scheda film
Paul Feig è un regista che non mi ha mai convinto del tutto, pur dirigendo alcune delle commedie più divertenti (!?) degli ultimi anni, a partire da Le amiche della sposa, recentemente è caduto in un buco nero di negatività creativa (!?) iniziato con quel disastro (annunciato?) conclamato conosciuto con il nome di Ghostbusters nel 2016.
Da allora non ne ha più azzecate una e Jackpot – Se vinci ti uccido! sembrava invece avere le carte in regole (!) per diventare un’(ultima?) ottima occasione per redimersi dai (troppi) recenti insuccessi.
Missione clamorosamente fallita.
Insieme allo sceneggiatore Rob Yescombe, Feig realizza una commedia divisa tra action e (iper)violenza su uno sfondo distopico che, però, non viene mai veramente approfondito a dovere, e recluta un cast d’eccezione (almeno nel campo della commedia) che rimane però schiaciata da una sceneggiatura insipida, confusionaria e fin troppo ripetitiva.
Lo spunto non è poi particolarmente originale trattandosi dell’ennesima variazione sul tema panem et circenses già sfruttato di recente da The Purge, la saga degli Hunger games e da classici quali L’implacabile con Schwarzenegger (di cui è prossimo il remake con la nuova star Glen Powell) o La decima vittima di Elio Petri ma pesca anche su alcune distopie un po' sui generis come Idiocracy, ad esempio, visto che si parla di una città (il mondo?) popolata da imbecilli pronti a uccidersi tra loro pur di diventare ricchi e famosi.
Purtroppo, Paul Feig non è un regista action, non sa come mettere in scena certe cose o come imbastire delle coreografie almeno decenti, per cui le scene d’azione sono spesso girate male, in modo confuso o da mascherare in quanto considerate eccessivamente violente.
Il risultato, oltre ad apparire piatte e/o banali il più delel volte, è che non si vede una goccia di sangue nemmeno per sbaglio.
Eppure, il film è di una misantropia perfino eccessiva, che tiene tantissimo di spiegare al pubblico di quanto non ci sia niente di lodevole nell’essere umano, ribadendolo con insistenza e per tutta la durata della pellicola, per una ripetitività che è tale anche nelle situazioni che, pur cambiandone i protagonisti o le location, si ripresentano sempre (troppo) uguali a sé stesse.
Tuttavia la sceneggiatura include anche un’interessante riflessione sulla natura umana, avida ed egoista, ma è tutto molto superficiale, il tema non viene mai esplorato a fondo o trattato con una qualche sensibilità, il tutto viene sfruttato esoltanto per la creazione di qualche gag o battuta, spesso fine a se stesso.
Awkwafina è una comica di successo in America ma qui risulta poco diverte mentre John Cena ha dimostrato recentemente un inaspettato talento comico, specializzandosi nell’interpretare personaggi grossi e/o minacciosi ma un po’ tonti e dal cuore d’oro, ma qui risulta comunque “forzato” nel ruolo, anche il resto del cast arriva direttamente dall’ambiente della commedia con l’eccezione del Simu Liu che almeno offre finalmente una spalla adeguata a quello che è probabilmente il personaggio migliore del film (Cena) mentre il cast è completato da Ayden Mayeri, Taylor Ortega, Donald Elise Watkins, Becky Ann Baker, Bobby Lee, Leslie David Baker e, in un cameo, Seann William Scott.
In poche parole, Jackpot è una commedia (che vorrebbe essere) spensierata ma soprattutto una parodia del competitivo mondo dello star system Hollywoodiano e, di riflesso, dell’intera moderna società capitalistica occidentale, tra varie scazzottate, battute, gag e riferimenti alla cultura pop ma non riesce mai ad essere veramente incisiva, sia nella satira del mondo occidentale, troppo semplicistico e superficiale, che nell’intrattenimento, a corrente alternata e raramente veramente divertente, per l’ennesimo passo falso di Paul Feig.
VOTO: 4,5
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta