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Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film

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La recensione su Here

di steno79
7 stelle

Zemeckis non lo frequentavo da un po', lo ritrovo adesso con "Here", tratto da una graphic novel di Richard McGuire, una sorta di esperimento filmico, una vicenda disconnessa temporalmente che vuole mostrare allo spettatore brandelli di storie di diverse epoche che si sono svolte tutte nella stessa casa del New England, che viene ad essere quasi una presenza simbolica, un contenitore di momenti privilegiati che ci fanno percepire lo scorrere del tempo, il mutare delle generazioni, il ruolo insostituibile della Famiglia.

Il film è stato un fiasco al box office ed è stato accolto con molta freddezza e ostilità in America, mentre qui da noi parecchi critici gridano addirittura al capolavoro. Chi ha ragione? "Here" appartiene alla categoria di film che rivendicano per il cinema nuove possibilità espressive soprattutto a livello formale: qui in particolare il fatto che praticamente tutte le scene sono girate dallo stesso punto di posizionamento della mdp, dunque senza movimenti di macchina e con una scelta che potrebbe essere definita da alcuni "teatrale", con ampio ricorso a riquadri dentro lo schermo che fanno la funzione di split screen e alternano talvolta segmenti di altre epoche. Inoltre, l'abbondante ricorso alla CGI, con Hanks e Wright che passano dai 18 anni all'età adulta alla vecchiaia, con esiti che però non mi sono sembrati sempre felici o verosimili.

È un film di cui si ammira la prodezza stilistica, però fino ad un certo punto, quando subentra un sospetto di esercizio di stile, di operazione almeno in parte manierista: anche perché, se l'idea era quella di affidare al Luogo il ruolo di custode delle memorie di diverse epoche che includono perfino la preistoria nel prologo, poi nei fatti i frammenti di alcune epoche risultano piuttosto esornativi e fin troppo veloci, mentre ci si concentra quasi completamente sulla vicenda familiare di Hanks e signora, di nonni e nipoti, creando un certo squilibrio narrativo che anche gli ammiratori della pellicola dovrebbero riconoscere. E comunque, i tocchi melo' della storia della famiglia Young non hanno la stessa intensità che aveva trent'anni fa "Forrest Gump", film con cui si può ovviamente paragonarlo poiché sono all'opera lo stesso regista, sceneggiatore e i due attori protagonisti. 

A mio parere un film un po' troppo cerebrale ma comunque di raffinata tessitura, non il capolavoro che vorrebbe qualche generoso cinefilo di certe riviste italiane né il disastro proclamato dai colleghi americani, un film che offre comunque una buona possibilità ad attori come Hanks, sempre molto misurato e convincente pure dove i ritocchi digitali sono invadenti, con una Wright che gli tiene testa con bravura soprattutto nei momenti più intimi. Fra i caratteristi una menzione d'onore anche a Paul Bettany, attore che si rivede con piacere in una parte "adulta"; credo in ogni caso che per un giudizio più circostanziato avrebbe giovato conoscere la graphic novel di partenza.

Voto 7/10

Robin Wright, Tom Hanks

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