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Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Here

di IlCinefilorosso
7 stelle

La grande contraddizione del nostro tempo è, probabilmente, quella di trovarci completamente immersi in un apparato visivo con cui siamo entrati in confidenza, ma del quale ancora non comprendiamo i meccanismi più profondi. Oggi, le immagini ci circondano, interagiscono costantemente con il nostro sguardo, e noi le afferriamo e le manipoliamo attraverso un’incredibile varietà di processi. Tuttavia, ciò non basta a chiarirne completamente il significato. Pertanto, ci affanniamo a identificarle, collocandole in appositi scompartimenti, per dargli un ordine preciso e scongiurare la possibile confusione e angoscia. "Here", l'ultimo film di Robert Zemeckis, solleva interrogativi in merito alla nostra capacità di discernimento visivo nel mondo contemporaneo, mettendo in crisi le certezze dello spettatore riguardo a ciò che osserva. Lo fa attraverso un’impostazione scenica assolutamente singolare: l'idea di esplorare il tempo e le relazioni umane all'interno di uno stesso spazio – in questo caso, una stanza – utilizzando un punto di vista fisso.

 

Robin Wright, Tom Hanks

Here (2024): Robin Wright, Tom Hanks

 

Questo approccio consente di raccontare diversi momenti storici, focalizzandosi sulle dinamiche tra i vari personaggi che vi si avvicendano nel corso degli anni. L'idea, estremamente forte, è tratta dall'omonima e acclamata graphic novel di Richard McGuire del 2014.

 

La narrazione del film abbraccia un arco temporale che va dal Cretaceo all'era Covid, con particolare attenzione agli eventi e alle relazioni degli ultimi cinquant'anni del Novecento. Sebbene lo svilupparsi di tale idea possa apparire talvolta meccanico e poco genuino, è importante sottolineare che la fissità del punto di vista rappresenta un elemento cruciale della narrazione; non si limita a fungere da sfondo o cornice, ma gioca un ruolo dinamico attraverso la sua struttura e il modo in cui le varie storie si intrecciano tra loro.

 

La stanza diviene così il punto di osservazione privilegiato, mentre l'angolo opposto, dividendo lo spazio in due, crea una linea di forza che guida lo spettatore nella comprensione delle dinamiche familiari e temporali. Lo spazio appare statico solo in apparenza poiché le azioni e le interazioni dei personaggi, che si susseguono lungo l'asse temporale, lo animano.

 

Robert Zemeckis, Robin Wright, Tom Hanks

Here (2024): Robert Zemeckis, Robin Wright, Tom Hanks

 

Il montaggio, perno di questo processo, viene utilizzato per porre in relazione gli accadimenti che si verificano nel corso degli anni, generando un senso di continuità senza l’ausilio di raccordi, ma facendo convergere e collassare ogni temporalità e spazio in un unico punto. Questo punto di fuga, che richiama così tanto il cinema delle origini, acquisisce dinamicità grazie al montaggio digitale, presentando una serie di finestre su altri mondi e tempi, che rimandano al "multi-windowing" informatico e ai più recenti "desktop movie", una tipologia di film che utilizza l'editing digitale e il montaggio di sequenze girate direttamente dal desktop di un PC.

 

L’opera di Zemeckis si configura, quindi, come un esperimento audace e all'avanguardia, che per la moltitudine di forme impiegate può risultare destabilizzante, ripetitivo e ipnotico. Un po' installazione, un pò patchwork digitale, un pò racconto di vita, è un film che appare instabile e incerto; tuttavia, sono proprio queste instabilità e incertezze ad essere terreno d'azione, osservando e mettendo in scena, un po' come "Megalopolis", i fantasmi e la crisi degli Stati Uniti d'America – un paese che appare riluttante a confrontarsi con il proprio passato e il proprio presente, proiettato verso un futuro oscuro e incerto.

 

Tom Hanks, Robin Wright

Here (2024): Tom Hanks, Robin Wright

 

Infatti, "Here" si dimostra consapevole delle tensioni relative alla sua identità e natura, interrogandoci su ciò che stiamo osservando e sfidando la nostra volontà di guardare oltre la cornice, di esplorare il fuoricampo e di cercare ciò che è solo abbozzato e poi escluso dalla narrazione, proprio come il resto dello spazio delle vicende.

Così, il film si costruisce su attimi imprevedibili, su eventi che si manifestano all'improvviso, senza che lo spettatore sia preparato o rassicurato, offrendo un caleidoscopio di tragedie, perdite, sogni infranti, desideri inespressi e contrasti familiari, oltre alla drammatica discontinuità della memoria. Lo spettatore stesso trova difficile mantenere coesa l'interpretazione del quadro complessivo del film e il controllo su ciò che vede, spesso inciampando nei ricordi di ciò che era apparso sullo schermo un momento prima.

Che fine ha fatto l’ambizione artistica di Richard? E il desiderio di emancipazione del figlio di Benjamin Franklin? In ultima analisi, dov’è il grande sogno americano? Certamente non all’interno di quella casa, che, a un certo punto del film, si presenta come spazio di pulsioni represse e personalità soffocate, incapaci di correre verso la vita. Un ambiente stilizzato e deformato in funzione simbolica, riempito di oggetti che dovrebbero dare una qualche rassicurazione, dove filmico e profilmico sembrano essere incatenati l'uno all'altro, almeno fino allo splendido finale, in cui campo e fuori campo tornano a dialogare, liberando finalmente la narrazione.

 

Tom Hanks, Robin Wright

Here (2024): Tom Hanks, Robin Wright

 

 

 

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