Regia di Bryan Singer vedi scheda film
Secondo capitolo, in attesa, ed è evidente dai fatti e dagli andamenti, del film che chiude la saga originaria. Tanti risvolti e gran ritmo.
Nell’incipit del secondo capitolo della saga sugli X-men, al centro delle vicende troviamo un anarchico mutante. La figura del personaggio contrario alle regole, capace di un atto indipendente e sovversivo, è un modello comportamentale umano tipico. E proprio il genere umano appare come il prepotente protagonista (in negativo) delle vicende. Il percorso di demonizzazione dell’umanità cominciato col primo episodio, in cui i mutanti furono capaci di mitigarne la cattiveria, stavolta (soprattutto grazie e alla figura dell’esaltato Stryker) diviene il vero protagonista del film (non a caso l’archetipo fumettistico è tratto dalla graphic novel dall’emblematico titolo “Dio ama, l’uomo uccide”).
Tarato sulla metafora della diversità, una delle tematiche forti del mondo Marvel e più in generale dei cinecomics, le vicende sono decisamente più tese, le tensioni più serrate, e non senza qualche perdita, si giunge ad un finale non totalmente completo, dovuto al già programmato sequel “X-men – Conflitto finale”, che chiude ufficialmente quella che all’epoca era da considerarsi solo una “trilogia”.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta