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X-Men 2

Regia di Bryan Singer vedi scheda film

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La recensione su X-Men 2

di Rosebud77
4 stelle

Attesissimo come tutti i seguiti di film di successo, sbarca sul grande schermo il secondo capitolo dei mutanti creati dal prolifico Stan Lee. Al solito i fans grideranno al giubilo, i profani un po’ di meno. Non che ci dispiaccia questa mania americana di adattare i fumetti della Marvel per il cinema. Spesso, e soprattutto di questi tempi, dice più una striscia di disegni che un’intera pagina di libro o di giornale. Ma sarebbe opportuno che simili operazioni vengano supportate da un’adeguata accuratezza da parte degli sceneggiatori, per non correre il rischio che, per effetto anche del dopo-SPIDER-MAN, escano fuori mostruosità bambinesche tipo DAREDEVIL.
X-MEN 2 è il genere di film che ci aspetta di vedere prima di passare alla cassa: a dirigere, più che Bryan Singer (artefice anche del primo capitolo e lontano, ormai, dai tempi de I SOLITI SOSPETTI) è il curatore degli effetti speciali e visivi assieme al montatore, e tra idee vecchie e nuove, personaggi vecchi e nuovi, battute vecchie e nuove (la logica del sequel è più meno sempre la stessa), di aria fresca se ne respira poca. Stavolta il gruppo di “diversi” capitanati dal Professor Xavier (Patrick Stewart) deve allearsi al perfido nemico Magneto (Ian McKellen) per sconfiggere uno scienziato militare (Bian Cox) che vuole eliminare i mutanti dalla faccia della terra grazie a Cerebro, una potente macchina telepatica in grado di controllare le menti delle persone. Ovvio che quando si ha a che fare con super-poteri, pazzoidi e manie di protagonismo l’ago della bilancia penda un po’ da tutte le parti…
Quello che proprio non perdoniamo a Singer, che pare abbia insistito nell’accaparrarsi anche il terzo episodio, è la totale sciattezza del complotto fanta-politico-sociale che ne dovrebbe essere alla base. Il film si apre e si chiude con i mutanti che irrompono nella Casa Bianca di fronte ad uno sbigottito Presidente rivendicando una visibilità sociale che l’intolleranza umana non vuole concedere. Divertente. Anche come messaggio. Ma nel mezzo assistiamo ad una storiella da fumetto un po’ confusa che cerca di dare spazio a tutti i personaggi senza riuscirci (sono troppi), approfondendo più da vicino il passato misterioso di Wolverine (Hugh Jackman) - forse il più interessante di tutti gli X-Men - e intrecciando scenette stantie con discrete scene d’azione e di combattimento. E con grande spreco di maquillage (per la sua Mistique la biondissima Romijn-Stamos si è sottoposta per mesi a ore di trucco).
X-MEN 2 ci appare per quel che è, e non per quello che speravamo che fosse. Un blockbuster ad alto budget smargiasso e un po’ ridicolo, ricolmo di attori importanti che non fanno nulla per strapparsi la scena e che non regala più di un paio d’ore di puro entertainment ad ogni tipo di palato (tranne quello che trepida per l’imminente seguito di MATRIX). E in mezzo a così tanti super-buoni e super-cattivi, ci chiediamo cosa mai sfornerà Hollywood per I FANTASTICI QUATTRO: un po’ pochini come super-eroi, no?
(Francesco de Belvis, Roma)

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