Regia di Toni De Gregorio vedi scheda film
La terribile spirale di violenza – non solo psicologica – a cui viene sottoposta una dirigente del partito comunista russo alla vigilia della seconda guerra mondiale, accusata di aver tradito il partito.
“La storia di questo film è il risultato di alcune testimonianze dirette pervenuteci sotto forma di diari, lettere e racconti”; il titolo però riprende con evidenza quello del romanzo autobiografico – Viaggio nella vertigine, appunto – di Evgenija Solomonovna Ginzburg, caso letterario del precedente decennio. Si trattava infatti del primo libro che accusava in maniera aperta e diretta il regime stalinista, scritto da una ex dirigente del partito comunista russo condannata a dieci anni di dura prigionia in Siberia; di certo Toni De Gregorio, assumendosi i crediti di sceneggiatura, non risulta del tutto onesto. Già autore di alcuni film televisivi, il Nostro proviene dalla sinistra contestatrice (fu tra i protagonisti dell’occupazione al Festival di Venezia del 1968) e ha dunque tutte le carte in regola per impegnarsi in una pellicola del genere; arriva indubbiamente al punto della questione, sollevando problematiche e dubbi fino ad allora non considerati, ma E cominciò il viaggio nella vertigine non è comunque un’opera destinata a rimanere impressa nella memoria. Tetro, buio, macchinoso nella narrazione, basato sui dialoghi in maniera perfino eccessiva, il film, diciamolo con un eufemismo, non è una girandola di emozioni; godibili però le musiche – morriconiane – di Egisto Macchi. Cast stellare e internazionale: Ingrid Thulin, Gastone Moschin, Milena Vukotic, Michel Piccoli in una particina, oltre a Sergio Fantoni, Giampiero Albertini, Renato Scarpa, Franca Nuti e Carla Mancini. De Gregorio tornerà in seguito a piccolo schermo e documentari. 3,5/10.
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