Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Un giallo dallo humour e dalla compostezza molto british, frammisti al gusto del gioco, e spalmati di un accento gradevolmente ingenuo. La suspense è una tensione da casa degli orrori, lungo un percorso cosparso di sorprese sinistre, pericolosi trabocchetti e temuti incontri con orchi e streghe. L'atmosfera vagamente infantile fa da cassa di risonanza all'elemento grottesco, mentre la goffa teatralità della comica si insinua benignamente nel dramma, introdotta da una forte dose di cinica ironia. L'amore di Hitchcock per i contrasti appare evidente nel momento in cui i grandi scenari (il paesaggio alpino, la sala da concerto) fanno da sfondo alla piccolezza umana, e la folla fa da cornice alle solitarie disavventure del singolo. Il mondo alla rovescia di questo film è anche un regno incantato, e quasi fiabesco, in cui, tra criminali incapaci e poliziotti imbelli, i veri eroi sono un padre ed una madre, i quali, improvvisandosi agenti segreti, salvano la loro figlia dalle mani nemiche.
Ne "L'uomo che sapeva troppo", la passione narrativa di Hitchcock si fa pulsazione cinematografica, secondo un instrionismo registico che mette insieme, in una originale consonanza, una spregiudicata varietà di stili.
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