Macao, XIX secolo: solitario e innamorato esclusivamente dei soldi, l'anziano mercante Clay si prefigge di dimostrarne l'infinita potenza. A tal scopo, progetta di materializzare una leggenda in cui si narra di un ricco signore che "affitta" un marinaio affinché passi una notte con sua moglie, dandogli un erede. Clay incarica quindi il suo contabile Levinsky di ingaggiare i protagonisti della messinscena, destinata però a un imprevisto e amaro epilogo.
Note
Da un racconto di Isak Dinesen (alias Karen Blixen), Welles trae una delle sue opere maggiori, breve ma di un'intensità quasi insostenibile. Musiche di Erik Satie, eseguite dal pianista Aldo Ciccolini.
"Storia Immortale"(Une Histoire immortelle)è un film del 1968 diretto da Orson Welles, tratto da un racconto di Karen Blixen. Non si tratta certo di uno dei suoi film più famosi, ma è certamente tra i suoi più risciuti, almeno a mio modesto parere. Per il suo primo film a colori Welles si trova a dirigere ed interpretare un personaggio wellesiano per eccellenza, Mr.… leggi tutto
Ammetto il mio limite. Non capisco dove sia "l'afflato del genio" in questa favoletta di durata inferiore all'ora, dove Welles ritaglia per sé l'ennesima parte del titano prepotente e perdente. Probabilmente è una metafora sul cinema e sull'attività di regista, così simile a quella di un demiurgo e pure a quella di scrittore. Tanto è vero che questa sfida col destino trova origine in un… leggi tutto
Anche se refrattario infine anche Orson Welles deve tener conto dello scorrere del tempo e piegarsi all'uso del colore, che secondo il suo parere esaltava il set, ma toglieva al contempo fascino agli attori, che non offrono prestazioni memorabili, la realtà dei fatti gli dava e gli darà torto, ma un autore formatasi con il bianco e nero, avendo in mente l'espressionismo tedesco…
Mancanti:
- Day & Night (2010)
- La commune (Paris, 1871) (2000)
- A Close Shave (1995)
- Marketa Lazarová (1967)
- Kiga Kaikyô (1965)
[lavori in corso]
Da tempo volevo dedicare una play a questa grande attrice... oggi finalmente ho avuto l'ispirazione giusta! Jeanne Moreau nasce nel 1928 a Parigi, figlia di un ristoratore, proprietario della brasseria "La Cloche…
Il cinema come racconto, come impossibilità di far coesistere la verità leggendaria delle storie raccontate e la realtà imposta delle storie vissute. Il signor Clay non ama le profezie i miti o le storie inventate, non accetta nulla che non sia razionale, concreto e materiale, come lo sono i suoi averi con i quali si identifica totalmente. Da una parte la metafora della…
"Storia Immortale"(Une Histoire immortelle)è un film del 1968 diretto da Orson Welles, tratto da un racconto di Karen Blixen. Non si tratta certo di uno dei suoi film più famosi, ma è certamente tra i suoi più risciuti, almeno a mio modesto parere. Per il suo primo film a colori Welles si trova a dirigere ed interpretare un personaggio wellesiano per eccellenza, Mr.…
Film di una certa potenza simbolica, dove la storia intorno alla storia immortale è simbolo del racconto leggendario, della smania di lasciare traccia, dell'intenso desiderio di e aspirazione all'eternità: l'ambizione del ricco, del regista e dell'uomo.
Nel suo Dizionario dei film Mereghetti dà il massimo del punteggio a questo film, definendolo "uno dei più belli e importanti di Welles", e lo stesso apprezzamento gli riserva Claudio Valentinetti nella sua monografia sul regista per Il Castoro cinema. Io non mi trovo del tutto d'accordo : mi sembra un film comunque ben riuscito, ma non così eccezionale.…
Affascinante esercizio di stile alla Welles: l'affabulazione come nucleo vitale del film, il potere del racconto, che si sviluppa su un triplice piano: la leggenda, la sua ricostruzione ed il film stesso. Cortissimo (appena tre quarti d'ora), ma giusto, non straborda e non annoia; il finale amaro non fa che confermare la tesi di tutta l'opera, ovvero che tutto ciò che realmente conta è la…
Pasqua intesa nella tradizione letterario-religioso-filosofica come momento della genesi, della (ri-)creazione. Se l'estate è il piacere dei sensi, laddove l'autunno suggerisce la dolcezza e il ripiegamento, mentre…
Non è affatto un Welles in tono minoire. C'è tutto il suo cinema. Il senso di onnipotenza, la megalomania e la meschinità descritta attraverso il protagonista (come in Citizen Kane o MR. Arkadin). Lo stile sgangherato e geniale della regia!
Per favore, non scherziamo!
Altra perla wellesiana!
La perfetta superiorità dell'immaginazione sulla realtà. Trasportando nella realtà una storia immortale, si perde il fascino e il sogno e si acquistano degrado, sporcizia morale. La "storia" (racconto, favola) immaginata è immortale, la realtà invece è "finita".
Purtroppo il tema e le sue conclusioni si capiscono perfettamente dopo il primo 15' d'ora del film, cosa che in Welles non…
Un Welles apparentemente minore, che in soli 48 minuti riesce a condensare tutti gli stilemi del proprio cinema.
Il suo Mr. Clay è l'ennesimo personaggio ambiguo e con smanie d'onnipotenza, che vuole tradurre in realtà l'unico racconto di finzione che ha mai dito in vita sua.
Per farlo è disposto a servirsi di due innocenti. Ma alla fine forse rimarrà sconfitto.
Una pellicola che si…
Ha qualche spunto interessante, ma a mio avviso non si tratta di un capolavoro. E' una metafora, piuttosto letteraria e realizzata con pochi mezzi. Il personaggio più valido è quello del contabile ebreo, un uomo più realista del re, che accetta la grettezza della vita, ma che al tempo stesso sa essere filosofo.
Il personaggio interessante è lui, non il titano malato impersonato, come al…
Grandi storie d'amore...e spesso di morte... legate per l'eternità alle città che sul grande schermo han fatto loro da sfondo, filo conduttore, fine ultimo e irrevocabile...
Voto: 8,5. Film misconosciuto di Orson Welles, nonché il primo a colori. È una sorta di favola raccontata come una di quelle leggende, di storie immortali che circolano nella cultura popolare di ogni Paese, un racconto edificante, saggio, incantevole che sembra essere narrato in una di quelle fredde sere d’inverno davanti al focolare domestico. Ha anche la leggerezza di una favola,…
Un film che affronta il tema del reale con il sogno. Welles non accetta il sogno, ma vuole concretizzare le sue storie e ci prova con questo film, anomalo, ma testimone non da poco del suo cinema sensibile. La durata non conta, la storia e' talmente pregna i suggestioni che il tempo non e' poco.La Moreau e' essenziale per il progetto stesso del film. Curiosita' si vede fra interpreti,…
Ammetto il mio limite. Non capisco dove sia "l'afflato del genio" in questa favoletta di durata inferiore all'ora, dove Welles ritaglia per sé l'ennesima parte del titano prepotente e perdente. Probabilmente è una metafora sul cinema e sull'attività di regista, così simile a quella di un demiurgo e pure a quella di scrittore. Tanto è vero che questa sfida col destino trova origine in un…
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Commenti (2) vedi tutti
Una delle opere piu' importanti del regista alla prova con il colore.
commento di ezioopera sicuramente affascinante grazie anche all'ottimo accompagnamento musicale e alla magistrale regia di welles
commento di santone