Regia di Vittorio De Sica, Giuseppe Amato vedi scheda film
Mentre la moglie si assenta per qualche giorno, il marito compra delle rose per una sconosciuta rintracciata tramite una telefonata sbagliata. Ma la moglie torna anzitempo e trova le rose, credendo siano sue, da un ammiratore sconosciuto. Il marito, per testare la fedeltà della donna, gliene manda altre.
La carriera di uno tra i registi italiani più noti (e premiati) in tutto il mondo comincia così, con questa commediola striminzita dalla netta impronta teatrale, in effetti tratta dal copione di Aldo De Benedetti Due dozzine di rose scarlatte, dallo stesso autore rimaneggiato per la messa in scena sullo schermo. Vittorio De Sica passa perciò dietro la macchina da presa dopo un buon decennio da interprete oramai piuttosto rinomato, dopo aver legato il suo nome come attore in un sodalizio fruttuoso con Mario Camerini, scegliendo – per non sbagliare – di ricoprire il ruolo da protagonista anche in questo lavoro. Rose scarlatte è una pellicola leggera e sentimentale dagli scarni argomenti, inoffensiva come l’epoca d’altronde richiedeva (siamo nel 1940), ma dalla morale a suo modo positiva e ancora oggi visibile con piacere grazie alla verve degli interpreti e al discreto ritmo. La durata sconfina l’ora di qualche minuto; la gran parte delle scene è ambientata in interni e i personaggi della storia si contano sulle punte delle dita; nel cast troviamo anche Umberto Melnati, Renée Saint-Cyr, Vivi Gioi, Rubi D’Alma, Carlo Ranieri e Luisella Beghi. 4,5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta