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Heretic

Regia di Scott Beck, Bryan Woods vedi scheda film

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La recensione su Heretic

di kubritch
2 stelle

Fino a metà sembra un film interessante condotto con aderenza alla realtà e con dialoghi brillanti, per cui siamo incuriositi dagli sviluppi dell'azione; in seguito diventa una fiaba dark concepita come un gioco enigmistico a scopo didattico. Veniamo a sapere che la versione originaria del Monopoli fu concepita da un'antesignana del femminismo e che le religioni si copiano così come i cantanti. Siccome, la religione cristiana ha dismesso il ruolo di guida morale dell'intera società, la sostituiscono nel compito i media mainstream: tv, giornali e cinema, gestiti dai signori del capitale. Il tutto è affidato al potere persuasivo del mezzo perché un film non potrà mai valere come prova scientifica. Nella realtà i killer e i salvatori non spuntano alle spalle improvvisamente. Tanto più, se uno viene colpito alla giugulare, e gronda sangue, non penso riesca ad agire di soppiatto. Un serial killer di solito mette in atto lo stesso copione riadattandolo alle diverse situazioni con qualche variante. In questo caso dovremmo supporre che le vittime siano sempre della stessa tipologia alle stesse condizioni comprese quelle metereologiche. Quello che intendo dire è che il marchingegno del killer è eccessivamente architettato per essere plausibile, verosimile, probabile e così poter essere assunto come dimostrazione. Se un racconto è scarsamente probabile non può essere usato come soluzione di un problema filosofico. Anche la filosofia si attiene rigorosamente, il più possibile ai fatti.  

Qual è la morale veicolata? Cosa ci vuole comunicare? Vorrebbe dimostrarci in modo pseudo scientifico, che la fede religiosa, qualunque sia, per quanto basata su ragioni fasulle, è un bisogno necessario, ed è meglio avercela che essere atei. Chi non ce l'ha rischia di diventare un maniaco egoico. Infatti, Trump non si fa fotografare con le Bibbie in mano e Putin non ha stretto con il patriarca. Nella realtà vera, invece, è il credente fanatico a diventare un serial killer, o un capo di Stato, stragista. Non mi sembra il caso di fare esempi. A credere nei ciucci che volano si rischia dal semplice disturbo bipolare (una psiche scissa) fino alla schizofrenia - si hanno visioni e si sentono voci. Gli angeli sono passati dall'essere creature mostruose a atletici maschi seducenti con le ali, desiderati dalle donne di mezzo mondo - per ogni cosa c'è una ragione; ogni azione è reazione. Un serial killer ha una realtà interiore complessa; vive totalmente immerso nelle sue fantasie che trasferisce sulla realtà. In USA dire ateo è come dire comunista e dire comunista è come dire satana. Gira e rigira, la credenza è sempre meglio. Chi ha realizzato e prodotto questo film vorrebbe che noi associamo chi mette in dubbio le credenze al mostruoso protagonista. Insomma, chi dice che Gesù è una reiterazione dei vecchi culti, va diffidato. La tendenza mentale è quella di salvare capra e cavoli. Ok le religioni sono invenzioni, ma sono, pur sempre valide. Un mondo senza uno scopo e senza un aldilà, è troppo inquietante. Chi l'ha detto? Non è una verità assoluta. Il mondo sarebbe fatto male? Come fai a dimostrare che sia fatto male? Lo dice sempre la credenza. In pratica, è un loop mentale frutto di un condizionamento psicologico. 

Dov'è il difetto? Il difetto assai comune oggi, e specialmente nei film statunitensi, sta nel mischiare il registro realistico con quello fantastico, o irrealistico, in barba ad ogni principio di coerenza narrativa, affidandosi alla sospensione dell'incredulità da parte del pubblico cui è richiesto un consenso moralistico/politico, anziché una partecipazione attiva. Mi piace perché sono d'accordo; anch'io la penso così. Non è questo che fa l'arte. Un film non può riprodurre in azioni e dialoghi, la vita reale; neanche lontanamente; può solo evocarla, trasfigurarla. L'immagine non è la cosa. Mi piace/non mi piace è il livello più basso o più superficiale di giudizio, di interazione con l'oggetto altro da sé. Andrebbe apprezzato maggiormente ciò che uno non ha mai visto, né esperito, né concepito anziché ciò in cui uno si compiace e si riconosce perfettamente in quanto non altera il suo abitudinario e ritualizzato rapporto con il mondo; lo consola e lo ri-conferma nel suo recinto mentale. Solo nei film tutto è possibile. Fin quando i patti sono chiari, va tutto bene, ma quando uno vuole fare di un film uno strumento di indottrinamento allora, mi spiace, non ci sto.  

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