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100 Litres of Gold

Regia di Teemu Nikki vedi scheda film

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La recensione su 100 Litres of Gold

di pazuzu
4 stelle

100 Litres of Gold sembra scritto su misura per una 'coppia comica' di quelle dozzinali, alla quale è permesso fare qualsiasi cosa, compreso calarsi le braghe e defecare a un palmo dalla telecamera.

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Le sorelle Taina e Pirkko si dedicano intensivamente alla produzione della sahti, la birra tradizionale finlandese, provando a venderla al vicinato ma trovandosi di fatto quasi sempre a regalarla, perché tutti promettono di pagarla "la prossima volta". Nel villaggio nel sud della Finlandia che da sempre le ospita, i metodi di produzione di questa bevanda si tramandano di generazione in generazione, e con essi anche gli strumenti, come ad esempio la kuurna, una sorta di vasca in legno nella quale va lasciata a decantare per 22 giorni prima di poter essere bevuta. Tra i loro principali motivi di vanto c'è il poter disporre della kuurna che fu del nonno, e una annosa questione mai risolta riguardo la legittimità del passaggio della stessa nelle loro mani ha creato attriti pesanti con il fratello Pavo, con il quale i rapporti sono ormai di profondo disprezzo reciproco.

 

 

Sempre riverenti e rispettose del giudizio del padre Veikko, al quale sottopongono ogni nuovo lotto nella vana speranza che glielo promuova con il massimo dei voti, trovano un nuovo stimolo quando l'altra sorella, Päivi, si presenta con il promesso sposo e la richiesta di avere in dono 100 litri della loro migliore sahti da consumare durante le nozze. Al termine dei canonici 22 giorni di 'gestazione', si rendono conto di aver finalmente creato la sahti perfetta, quella a cui il padre assegnerà il massimo dei voti, ma tanta è la soddisfazione che se la scolano tutta. Con i postumi di una sbornia da antologia, si trovano a un giorno esatto dalla cerimonia con niente tra le mani e 100 litri di sahti da tirar fuori dal nulla.

 

 

Da tempo intenzionato a girare un film che omaggiasse la birra sahti, che in Finlandia è una bevanda popolare e buona per tutte le occasioni, soprattutto quelle importanti, Teemu Nikki afferma di aver scelto le due protagoniste Elina Knihtilä e Pirjo Lonka dopo averle viste lavorare in coppia a teatro, scrivendo la sceneggiatura solo successivamente, su misura per loro.
Sembra un dettaglio, ma probabilmente non lo è, dal momento che il difetto principale di 100 Litres of Gold, che porta il regista a fare un paio di decisi passi indietro rispetto al precedente Peluri (La morte è un problema dei vivi), è che, messo da parte lo humour nero impostato sulla sottigliezza dei dialoghi del predecessore, si sia scelto di virare verso un comicità grossolana fatta principalmente di corpi: 100 Litres of Gold sembra scritto su misura per una 'coppia comica' di quelle dozzinali, alla quale è permesso fare qualsiasi cosa, compreso calarsi le braghe e defecare a un palmo dalla telecamera.

 

 

Senza voler essere apocalittici e fare paragoni estremi, non si può non registrare il passaggio a vuoti inatteso (se non altro per i modi) di un regista che fino a ieri veniva paragonato ad Aki Kaurismaki: in 100 Litres of Gold il lato malinconico è presente, così come non manca una riflessione sulla solitudine e sul senso di inadeguatezza, che sono poi il motivo per il quale le due protagoniste passano da un'ubriacatura all'altra anziché parlasi sul serio, ma si tratta di briciole, di contentini dispensati senza troppa convinzione e destinati a finire dispersi in un mare di gag da avanspettacolo il cui unico obiettivo sembra essere quello di procurare una risata (più o meno sguaiata).

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