Regia di Joe D'Amato (Aristide Massaccesi) vedi scheda film
Primo titolo hard del ciclo "esotico" diretto da Joe D'Amato e girato a Santo Domingo, ma anche - ufficiosamente - primo esemplare di porno italiano. In realtà di un film drammatico (con tinte nerissime) si tratta...
Mark Lester (Mark Shanon) riceve un terribile referto medico: entro quindici giorni dovrà sottoporsi ad un delicatissimo intervento le cui conseguenze possono ripercuotersi sulla sua fertilità e sulla funzione sessuale. L'uomo decide di recarsi comunque a Santo Domingo, posto nel quale, dieci anni prima, ebbe una intensa relazione con Maira (Annj Goren) e qui apprende che, purtroppo, la ragazza si è tolta la vita in seguito all'abbandono di Mark. Sempre più indebolito fisicamente, avvilito e depresso dalla sofferenza, che impone di iniettarsi dosi massaccie di farmaci antidolorifici, Mark suppone di avere visto Maira come era dieci anni prima. E conforto non gli giunge di certo dal padre di Maira, sorta di "santone" locale, che gli racconta di riti voodoo e di come gli sia stata lanciata contro una implacabile maledizione...
"Non so se capisce quel che si vede: si tratta di una ipertrofia alla prostata..."
Sono le parole che, come un macigno, il medico scaglia, referto alla mano, su Mark Lester: individuo amorale ed egoista, sposato unicamente per interesse economico e che del sesso ha fatto unica ragione di vita. Quel sesso che ora lo ossessiona e che sembra condurlo alla perdizione. Nel suo cinico modo di agire -che non trova sosta nemmeno nella malattia- Lester abusa, mediante ricatto, di Lucia (Lucia Ramirez) donna del suo migliore amico, e violenta persino la moglie che lo ha raggiunto a Santo Domingo preoccupata e per prendersi cura di lui. Perché Mark, nonostante i tanti rapporti occasionali consumati senz'anima, è un perdente. Un perdente con "mal di vivere" dentro, un condannato che ha già esatta collocazione all'inferno e che pure sta per partire, abbandonare questa valle di lacrime, definitivamente da quel luogo apparentemente paradisiaco -in realtà sorta di meritato purgatorio- come traspare da una inattesa affermazione fatta alla ragazza che pensa essere Maira, quando la raggiunge in un desolato (e desolante lembo) di spiaggia: "Come può un uomo dimenticare l'unico posto in cui è stato felice?"
Ecco appunto: lo stesso posto che adesso è fonte della sua disperazione; lo stesso posto dal quale la "nuova" Maira -sorta di Caronte in gonnella- lo condurrà sulle sponde dell'Ade...
Joe D'Amato (Aristide Massaccesi) aveva già da tempo (nella serie apocrifa di Emanuelle) affrontato scene di sesso esplicito ma qui, per la prima volta nella storia del cinema italiano, l'hard diventa centrale al punto che Sesso nero è riconosciuto essere il primo esemplare "porno" del Belpaese.
Ma trattandosi di Massaccesi, ovvero di un grande regista, qui (che il futuro è altra cosa) ogni sequenza a "luce rossa" non è mai gratuita e, anzi, è calata in un clima profondamente pessimista, in questo conformemente alla tetra sceneggiatura di Luigi Montefiori -meglio noto con lo pseudonimo di George Eastman e anche interprete in un breve ruolo nei panni dell'amico greco che ha avviato a Santo Domingo un night club assai spinto- e alla malinconica melodia composta dal bravo Nico Fidenco dove predominano strumenti a fiato e vocalizzi estremamente romantici.
Questo contrasto tra un argomento (il sesso) che dovrebbe essere giocoso, spensierato e portatore di allegria con tematiche dark e fortemente pessimiste (la malattia che incontrastata incombe sul protagonista) è ottimamente declinato, oltreché dal titolo stesso (Sesso nero, che oscilla tra due significati uno evidente e l'altro nascosto), dal regista con sapiente uso della fotografia e dell'apporto sonoro.
Probabilmente, certo senza volerlo, Massaccesi ha (in questo specifico contesto) un approccio quasi timoroso verso l'hard e non sono rari i momenti in cui la macchina da presa (a mano e fortemente mossa) delicatamente passa dalla rappresentazione dei rapporti a dettagli totalmente estranei: come in una scena con Lucia Ramirez dove l'obiettivo della m.d.p. si solleva dalle zone erogene per passare ai volti e, con movimento contrario, virando a destra arretra lasciando sul margine sinistro dello schermo l'evidenza dell'atto sessuale.
Se la storia ha, dalla sua, una enorme carica narrativa lo si deve anche allo stile tipico che caratterizza il Massaccesi regista: spesso si ha l'impressione di assistere a molto di più di quel che c'è in scena.
Certo, di porno si tratta anche se solo marginalmente (15/20 minuti su 86 di durata), perchè quello che interessa al regista è invece la storia. Ed è evidente, lo si nota, si intuisce che qui deve scendere a patti con la domanda di un pubblico che (nel 1978) vuole assistere a film da "luce rossa".
Nonostante ci si trovi di fronte ad un prodotto girato in fretta e furia e con un budget risibile, il risultato finale appare quasi sorprendente.
E Mark Shanon (all'anagrafe Manlio Cersosimo) dimostra (ma non solo in questo caso) che prima di essersi prestato al porno è un attore, molto migliore di tanti altri che -spesso inopinatamente- critica e pubblico destinano alla gloria.
Pionieristico, povero, improvvisato talvolta (la scena, deprimente dell'orgia, con Annj Goren e i due neri) eppure unico e importante: per come si colloca a metà strada tra il cinema e le future derive -da macelleria o esame ginecologico- del porno successivo.
Primo di un ciclo di pellicole girate a Santo Domingo e degno preambolo al più contenuto Orgasmo nero (meglio riuscito e meno spinto) nonché anticipatore (nella figura di Maira e del padre santone) di personaggi pressochè identici riproposti ne Le notti erotiche dei morti viventi.
Citazione
"Ti ricordi di me? Io ho raccolto il suo respiro prima che morisse. Morì facendo il tuo nome. Morì maledicendoti. Non dovevi tornare qui. Ora non ripartirai più. Rimarrai qui ed il tuo male aumenterà finché ne morrai. Sarà lei a non farti più partire. Lei troverà il modo di farti restare qui per sempre".
(Il padre di Maira a Mark Lester)
Curiosità
Nel film horror Rosso sangue, diretto da Massaccesi nel 1981, ad un certo punto la baby-sitter Emily (Annie Belle) segue su un televisore una telenovela.
Si tratta di un momento interlocutorio estrapolato proprio da Sesso nero.
Soundtrack (Nico Fidenco)
Sexy night (brano nella sequenza al night club)
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