Regia di Takashi Shimizu vedi scheda film
Una casa e una maledizione. Chiunque l'ha abitata o vi è semplicemente entrato incontra una morte misteriosa e brutale. Dietro tutto c'è un atroce fatto di sangue: un uomo ha ucciso moglie e figlio proprio in quella casa. Ora gli spiriti delle vittime riversano il loro violento rancore contro tutti quelli che hanno a che fare con la casa. Le premesse non sono proprio esaltanti e purtroppo, lo sviluppo, se possibile, è ancora più scolastico, meccanico e ripetitivo. Il solito esempio di horror giapponese che da "Ringu" in poi ha inflazionato gli schermi di mezzo mondo facendo per lo più la gioia dei produttori americani che, in cronica carenza di idee, sono sempre stati pronti a realizzarne tempestivi ma assai mediocri remake. Takashi Shimizu sullo stesso soggetto ha realizzato due serie tv, due film in Giappone e, appunto, due remake negli States: è detto tutto. Al pari del suo connazionale Hideo Nakata ha spremuto ben bene la sua idea di partenza, senza peraltro particolare fantasia. "Ju-on" piazza un paio di discreti spaventi (la comparsa dello spettro da sotto le coperte, una mano minacciosa sulla testa di una ragazza che si sta facendo la doccia) ma nel complesso ha un andamento telefonato, monotematico e all'insegna del troppo già visto. Con il forte rischio, peraltro, di rendere lo strisciante e vendicativo fantasma di donna dai lunghi capelli neri quasi una parodia alla "Scary movie". E con il grave limite, per un horror, di non reggere ad una seconda visione. Non brutto, ma inevitabilmente ovvio, risaputo e perfino un tantino tedioso.
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