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Conspiracy - Le origini della Shoah

Regia di Frank Pierson vedi scheda film

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La recensione su Conspiracy - Le origini della Shoah

di fratellicapone
9 stelle

...la citazione di un libro famoso è perfetta: "Le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso."

Il 20 gennaio 1942 a Wannsee i capi dei principali apparati dello stato tedesco si riunirono su un importante ordine del giorno: come risolvere il problema ebraico, costituito dai milioni di ebrei residenti in Germania e nei territori dell’est europeo. Il luogo della riunione è una grande villa in stile neoclassico immersa in un giardino pieno di neve. All’aspetto organizzativo della riunione ci pensa Eichmann (Stanley Tucci) con uno stuolo di camerieri che tirano a lucido la sala e preparano il tavolo della riunione e tutte le squisitezze da mangiare su un altro tavolo. I partecipanti alla riunione arrivano alla spicciolata su grandi macchine e tra uno scattare sull’attenti dei militari all’ingresso. Si capisce che sono uomini potenti e temuti e sono tutti militari tranne, credo, due. La riunione è affidata Heydrich (Kennteh Branagh) che arriva per ultimo, da primadonna, e subito inizia la riunione. Heydrich da istruzioni allo stenografo di fare solo tre copie del verbale e di darle tutte a lui senza conservare altre tracce. Una di queste copie sarà ritrovata dopo la guerra e su quella si basa la ricostruzione operata dal film.

Teniamo presente che a quella data le cose erano andate bene per la Germania ma c’erano due grosse ombre: la Russia era stata invasa nel giugno del 1941 e la Wermacht aveva occupato enormi territori anche se si sarebbe poi logorata nella vastità e nel clima russo; gli Stati Uniti erano entrati in guerra il mese prima e forse non si coglieva ancora quale potente nemico la Germania avesse ora di fronte.

I partecipanti alla riunione sono tronfi nel loro potere e sembrano essere il consiglio di amministrazione di una grande società che debba decidere normali attività di gestione. Heydrich, interpretato alla grande da Kenneth Branagh, è simpatico, colloquiale, sicuro di se e ha potere e ascendenza su tutti. Quello che colpisce è che nel presentare il programma delle cose da decidere, anche se si capisce che è tutto già deciso in partenza, è l’abilità nel nascondere con altre parole la vera natura di quello che si decide. Mai viene detto apertamente che si decide di deportare gli ebrei in campi di sterminio e di ucciderli nelle camere a gas e bruciare i cadaveri in forni crematori. Tutto questo in un processo di “lavorazione” di tipo industriale e tayloristico: tempi, metodi, numero dei soggetto da immagazzinare e trattare. L’orrore e l’indicibile si veste di parole “normali” come immagazzinare, trattare, produzione, soluzione, bonificare. E tutto questo mentre si scherza, si fanno battute e si mangia. Uno solo, interpretato da Colin Fith, è un giurista e chiede di sapere esattamente che si nasconde dietro quel linguaggio ma sarà subito convinto a quattr’occhi da Heydrich che gli dice apertamente che è meglio non insistere con questi scrupoli. E’ un ottimo film con uno svolgimento teatrale, avviene tutto all’interno del salone della villa, affidato ad un eccezionale Kenneth Branagh che rende quasi simpatico il personaggio e questo fa ricordare le parole di un libro “Le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruso.” Da rivedere.

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