Regia di Beniamino Catena vedi scheda film
Una tragedia sotto ogni punto di vista. Forse l'unica cosa che si riscatta da questo filmino casalingo passato alla fama solo perchè contiene immagini del cantante dei Subsonica, è la regia da videoclip di Catena (che da quel mondo proviene), che crea un ritmo in una storia che davvero non ne ha. Farcito di assurdità pacchiane che fomentano lo stereotipo della rockstar-divo, Pornodrome non a caso è un parto della mente di Dan Solo, che può non aver avuto alcun rilievo sul panorama musicale italiano, ma qui sa come fare a rubare la scena a tutti: scrivendo e facendo mettere in scena una storia incentrata su sè stesso, pur non facendo nulla di che, ma ostentando una discreta boria. Del resto il tentativo di dare un senso alla storia passa per un improbabile casting di un'attricetta svedese, finito in tragedia: altra ammucchiata di banalità stereotipate sul mondo del cinema. Gli ultimi venti minuti poi sono presi di sana pianta da un concerto del gruppo - non che già precedentemente qualche altra canzone non fosse stata inserita di soppiatto nel mezzo del film, semplicemente non con tale stolida e forzata continuità -, a dimostrazione che le idee erano finite. Casomai ci fossero state. Casalingo, impreparato, noioso, autoagiografico.
I Pornodrome sono un gruppo formato dal bassista dei Marlene Kuntz, dal cantante dei Subsonica e da tre anonimi musicisti torinesi. Ogni tanto si riformano per qualche sporadico concerto. Un regista segue i preparativi di una di queste serate e convoca un'attrice svedese, con la quale provvede a girare un porno che finisce con la svedese abbandonata in coma in un parco.
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