Regia di Gary Trousdale, Kirk Wise vedi scheda film
Uno dei flani recitava: “Acclamato come il più grande film d’animazione di tutti i tempi” ed allora fu proprio definito così. Tant’è che ricevette la nomination all’Oscar come miglior film, per la prima volta assegnata ad un’opera d’animazione. Probabilmente una candidatura simbolica, che stava a segnalare l’apprezzamento dell’Academy per il Rinascimento disneyano dei primi anni novanta e che veniva dopo il Golden Globe per la categoria commedia o musical nella categoria massima. I pezzi forti sono il ritorno alla dimensione favolistico-sentimentale già recuperata ne La sirenetta, con una “principessa in pectore” che, come Ariel, è emancipata, autonoma e romantica, e i numeri musicali della coppia d’oro Alan Menken e Howard Ashman (a cui il film è dedicati), tanto quelli alla Broadway (la splendida caciara fantasy di Stia con noi) quanto i più sentimentali (il magnifico ballo sulle note di Come il sole ad est, che torna nei titoli di coda con le voci di Gino Paoli e Amanda Sandrelli).
Se l’apporto dei due musicisti è sicuramente uno degli elementi fondanti del successo tutto sommato costante dei classici Disney degli anni novanta, va comunque rilevata la sapiente sintesi tra magia ad uso e consumo dell’infanzia (più il rassicurante manicheismo e la morale incorporata) e stilemi del melodramma (l’amore che va oltre la diversità), del musical classico (la naturale sospensione della realtà) e della commedia (i caratteristi e cioè gli strepitosi abitanti del castello tramutati in oggetti) potabili anche per gli adulti.
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