Regia di Yasujiro Ozu vedi scheda film
Il sapore del riso al tè verde, Yasujir? Ozu, JFF Plus 2021
Grande classico del maestro Ozu che sembra quasi riabbracciare, almeno inizialmente, la commedia di inizio carriera; i primi minuti al tal proposito sono significativi e rappresentano una sorta di slice of life di due donne borghesi intente a girovagare per Tokyo e chiacchierare con le amiche.
Passano i minuti ed il film si evolve e l'attenzione vira su un matrimonio in crisi; crisi nata soprattutto a causa di una cattiva ed errata comunicazione tra i due coniugi, in special modo la moglie alquanto viziatella.
Attraverso i comportamenti della moglie è possibile altresì evidenziare delle frecciatine del regista verso la nuova società giapponese che si appresta a vivere una vera e propria età dell'oro dove il denaro si erge a nuovo ed unico valore. Contemporaneamente Ozu analizza criticamente alcune tradizioni "arcaiche" come il matrimonio combinato.
Il sapore del riso al tè verde è inoltre uno dei film più dinamici di Ozu al punto da trovare un uso abbondante di movimenti di macchina selettivi e estensivi o carrellate. Movimenti altamente comunicativi, ad esempio quando Mokichi ritorna a casa (prima volta) e scambia subito due parole con la moglie Taeko, Ozu inserisce un lento movimento estensivo (indietro) atto ad evidenziare una frattura della coppia oppure in seguito quando Mokichi è al lavoro troviamo un movimento selettivo verso di lui quasi a simboleggiare il suo desiderio intimo di riappacificarsi con la moglie.
Non manca poi lo "stile Ozu" con pillow shots, piani d'insieme con camera fissa o inquadrature ad altezza tatami fino ad una messa in scena generale sublime. Ogni inquadratura è un documento d'epoca dell'arte architettonica degli interni con Ozu che immortala con gusto sopraffino ogni minimo particolare delle case giapponesi del periodo.
Infine immancabili i campi totali d'insieme a riquadri, con Ozu che sfrutta al massimo l'apertura dei cosiddetti shoji (porte/parete laterali)...
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