Regia di Sven Taddicken vedi scheda film
Oddio, le definizioni “commedia” e “cinema tedesco”, se messe una di fronte all’altra, splendono in e di un simpatico ossimoro. Se poi, dietro al bizzarro tentativo di sorridere in terra teutonica, ci sono pure afflati sociali e similimpegnati, c’è di che rabbrividire. Per fortuna che una sottile linea rossa, d’ironia e stile, salva in extremis una pellicola che, se dovesse aver successo in Italia come l’ha avuto in Germania, provocherebbe fiumi d’inchiostro, polemiche a non finire, scandali scandalizzati. Perché la storiella mostra una curiosa famigliola composta da una madre in catatonia perpetua, un fratello minore e minorato alla soglia dei trent’anni e ancora vergine come la sorellina, quattordicenne pierciensingata e caparbiamente alla ricerca dell’uomo che la farà diventar donna. L’unico sobrio – ma è solo apparenza – è il maggiore di casa, guardiano fidanzato a una bella guardiana di un canile. Già il titolo svela come il problematico giovanotto di mezzo trascorrerà la sera dell’agognato compleanno. Meno scontato, per contro, che il finale faccia ritrovare tutti e tre sdraiati e soddisfatti, dopo una notte programmaticamente e fattualmente incestuosa. Lo spirito, come detto, è ingenuotto. Mentre le intenzioni paiono sincere.
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