Regia di Jon Amiel vedi scheda film
In Economia pubblica è importante il concetto di "costo opportunità", cioè quel costo - non reale, cioè non effettivamente sostenuto - di un'opera pubblica, che a essa viene imputato nel non aver speso i soldi in altro modo, magari più produttivo.
The Core a mio avviso è un ottimo esempio per farsi la domanda: non era meglio spendere i soldi per fare un altro film? Non si sarebbero ottenuti risultati artisticamente migliori? Il cast c'era, l'idea anche, il risultato meno. Dopo tante esplorazioni spaziali, una più "modesta" verso il centro della terra. Ma il viaggio, alieni esclusi, comporta di suo molte più insidie, legate innanzitutto al fatto che l'interno del nostro pianeta è tutto fuorché vuoto (come invece lo spazio siderale) e omogeneo. Un bellissimo percorso a ostacoli che non viene sfruttato, a differenza - a esempio - che in Sunshine. Le dinamiche del film si sviluppano quasi totalmente all'interno del gruppetto di esploratori, perdendo l'occasione di descrivere (o inventare) meglio l'esterno, cioè la parte realmente esotica del film. 'Che poi sappiamo tutti come va a finire, già prima dei titoli di testa: quando un gruppo di Veri Uomini e Vere Donne, purchè americani, hanno per le mani una grossa rogna, qualcuno morirà, qualcuno si sacrificherà, ma alla fine il Bello e la Bella salveranno il mondo per il rotto della cuffia. Pagato questo dazio obbligatorio, resta sempre da vedere se il plot regge. Qui non regge: sembra un film degli anni '50 con in più il technicolor.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta