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La città incantata

Regia di Hayao Miyazaki vedi scheda film

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La recensione su La città incantata

di andenko
10 stelle

Un consiglio. Gustatevelo senza sforzarvi di capire tutto. Tanto avrete comunque bisogno (e voglia) di rivederlo una seconda, una terza, una millesima volta. Il classico film di cui è meglio comprare il DVD. Voto: 10

"La città incantata" fa parte della terna che ambisce al titolo di capolavoro dei capolavori di Hayao Miyazaki (gli altri due sono, a mio avviso, "Principessa Mononoke" e "Il mio vicino Totoro"). Il film parla del processo di crescita di una bambina-ragazzina (Chihiro), che a fatica dovrà trovare la sua strada per abbandonare i rassicuranti ma angusti limiti dell'età infantile e assumersi le sue responsabilità di adulta. Il rito di passaggio è trasfigurato in un vero e proprio viaggio fantastico in un mondo spettrale e apparentemente ostile, che Chihiro dovrà affrontare senza l'aiuto dei suoi genitori. Una sorta di "Alice nel paese delle meraviglie" in salsa nipponica, che pesca a piene mani nella mitologia e nella cultura giapponese. 

A differenza di altre eroine di Miyazaki, che sono spesso più mature della loro età (ad es. Nausicaa della valle del vento, Lana di Conan, Satsuke di Totoro e molte altre), Chihiro è la classica figlia unica piagnucolosa di una famiglia benestante, ben raffigurata dall'Audi 4x4, dalla voracità a tavola e dai "contanti e carte di credito".

Per lei non sarà affatto facile superare lo shock iniziale (la scena dei genitori al ristorante va "spiegata" agli spettatori troppo piccoli, altrimenti ne rimarrebbero turbati), ma poi troverà dentro di sé le risorse per cavarsela egregiamente.

Anche se nel film si susseguono scene apparentemente sconnesse, a ben vedere tutte concorrono a promuovere nello spettatore un'adesione emotiva a certi temi cari al regista (grazie anche alla colonna sonora molto coinvolgente). In primis, che il mondo non è così malvagio come sembra e, di conseguenza, che la felicità non si conquista sconfiggendo qualche fantomatico nemico, ma cercando con coraggio la propria strada, col sostegno delle persone che incontriamo durante il viaggio (insomma, siamo ben lontani dallo "schema Disney"...). Tutto questo senza mai scadere nel patetico, anzi, piuttosto con un sentimento dolce amaro di nostalgia per il tempo che scorre inesorabile.

Tantissime le trovate grafiche e narrative che meriterebbero un elogio. I "nerini del buio" (riciclati da Totoro), al servizio di un vero "uomo ragno", Kamaji delle caldaie. Lo spirito del Ravanello, lo spirito del "cattivo odore", "Senza Volto". Le sorebbe maghe Yubaba e Zeniba. Il treno che viaggia in una sola direzione...

Un consiglio. Gustatevelo senza sforzarvi di capire tutto. Tanto avrete comunque bisogno (e voglia) di rivederlo una seconda, una terza, una millesima volta. Il classico film di cui è meglio comprare il DVD.

Voto: 10

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