Regia di Hayao Miyazaki vedi scheda film
Meritatissimo Oscar per l'animazione (ottenuto probabilmente solo in ragione delle pressioni della casa di distribuzione USA), questo gioiello dell'animazione giapponese si guadagna l'onore della grande distribuzione, finendo comunque relegato nelle proiezioni pomeridiane (e pasquali) nella consueta tradizione italiota che vuole i lungometraggi animati come esclusivo appannaggio del pubblico infantile. Chi però conosce anche solo la precedente opera di Miyazaki giunta nei nostri cinema, lo straordinario PRINCESS MONONOKE, sa bene come questi film siano sì delle favole fruibili anche dai bambini, ma con uno stile narrativo e una profondità che li rende decisamente più adatti agli adulti.
D'altronde è noto come in Giappone l'animazione goda di una considerazione molto più alta che nel mondo occidentale, al punto che qualsiasi operina creata in serie dalla Disney viene etichettata come un "classico" quando ad oriente si sfornano capolavori a getto continuo. E questo film non fa eccezione, rientrando nella personale poetica dell'Autore che riflette sulla società moderna (la solitudine della ricchezza, l'ingordigia umana, l'innocenza), filtrata attraverso un mondo magico di fiaba talmente debordante di idee e fantasia da mangiarsi in un boccone tutta la filmografia della Disney (e della Dreamworks).
Disegno come sempre piacevolmente pulito, animazione eccelsa (anche se con qualche intrusione di animazione digitale decisamente fuori posto), momenti di altissima emozione per una pellicola che stupisce duri "appena due ore" vista la mole narrativa che vi si ritrova. Verrebbe quasi da pensare che questo Oscar sia una porta aperta alla miniera d'oro dell'animazione giapponese, ma è più tristemente una misera elemosina ad una cultura che si preferisce tenere a debita distanza...
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