Regia di Hayao Miyazaki vedi scheda film
La città incantata è un film onirico, il quale sfrutta una messinscena surreale che dà modo a Hayao Miyazaki di pescare dal folklore giapponese e raccontare, senza virtuosismi, ma con il solito talento visivo che lo contraddistingue, un racconto di formazione che vede una bambina di dieci anni, la dolce e capricciosa Chihiro, dover superare una serie di prove per salvare i propri genitori da una maledizione.
Miyazaki mantiene i tempi della narrazione compassati, così da permettere a personaggi ed ambientazione di respirare, calando così lo spettatore in un contesto stravagante e fuori da ogni logica razionale, senza per questo perdere mai di vista il fattore umano: il percorso di crescita della protagonista. Nonostante il potenziale immaginativo del soggetto e la resa sognante del tutto, La città incantata è l'opera di Miyazaki forse più ancorata alla realtà: questo grazie ad una regia attenta a tratteggiare tutti i personaggi in gioco, con caratteri che sono di noi tutti, e che non vuole stupire a tutti i costi, adottando un approccio elegante e sentimentale totalizzanti, tanto nella scelta e composizione dei quadri, romantici ed evocativi, quanto nell'espressione visiva di Miyazaki, giunta qui ad una piena maturità artistica.
Infine, come da tradizione per i miei sguardi sulle opere del regista nipponico, chiudo questa mini recensione con la solita menzione d'onore alle splendide musiche orchestrate da Joe Hisaishi, il quale anch'esso ci regala uno dei suoi lavori più maestosi, veicolando l'atmosfera magica, affascinante ed ostile che può provare una bambina di fronte alla scoperta della vita.
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