Regia di Gianfranco Albano vedi scheda film
Rosa e Vita sono due sedicenni; la seconda viene ad abitare accanto alla prima e, dopo un’iniziale diffidenza, fra le due nasce una profonda amicizia. La presenza di Vita sarà fondamentale quando Rosa si ritroverà incinta e sola.
Rosafuria è una piccola e semplice fiction drammatica prodotta dalla Rai e affidata alla regia dell’esperto Gianfranco Albano, attivo come regista fin dalla fine degli anni Sessanta e quasi esclusivamente per la televisione di Stato. Un racconto di formazione, di crescita a sfondo femminile e al contempo di emancipazione dal mondo degli adulti – così spesso insensibili ai richiami delle problematiche adolescenziali – e degli uomini, incapaci talvolta di assumersi le più elementari responsabilità nei confronti delle donne. Rosa, detta Rosafuria, cresce in fretta e con lei Vita, l’amica del cuore con cui condivide successi e disperazioni, gioie e dolori, fino a coinvolgerla in una gravidanza inattesa, casuale e soprattutto, almeno all’inizio, ripudiata. Ma attenzione: siamo sulla Rai e l’aborto è un argomento da trattare molto alla lontana, cosicchè la sceneggiatura di Lidia Ravera (proprio lei, l’ex sessantottina dei Porci con le ali) e Mimmo Rafele bypassa molto rapidamente la questione per portare la protagonista in ospedale a partorire doverosamente il ‘figlio della colpa’. Inutile spendere altre parole sui contenuti della storia dal punto di vista morale; curioso è invece osservare il destino così distante toccato in sorte alle due protagoniste (peraltro nessuna delle due particolarmente convincente, per quanto giovani e inesperte): se Serena Rossi diventerà uno dei più popolari volti di film televisivi degli anni seguenti, di Patrizia Perini si perderanno invece le tracce molto in fretta, tanto che pare sia stata questa la sua unica parte da attrice. Fra gli altri interpreti: Ugo Dighero, Biancamaria D’Amato, Federico Torre, Lucia Ragni. 2,5/10.
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