Regia di Fred Zinnemann vedi scheda film
Un classico del western che è anche il miglior film di Fred Zinnemann, regista austriaco trapiantato ad Hollywood di talento, ma non uno dei grandi maestri del cinema americano. Al di là dei riferimenti voluti o meno al clima di sospetto generato dal maccartismo nei primi anni Cinquanta, "High noon" ha subito un revisionismo critico ingeneroso soprattutto dalla critica francese (ad esempio Bertrand Tavernier), solitamente entusiasta rispetto al cinema della frontiera, genere americano per eccellenza. Bisogna invece riconoscere a Zinnemann una regia solida e senza sbavature, con l'insolita ed efficace trovata di far svolgere l'azione in tempo reale, dalle 10,30 a mezzogiorno, in un clima insolitamente cupo dove gli interrogativi etici dello sceriffo Will Kane prendono il sopravvento sull'azione, non particolarmente serrata per i canoni del western. Originale anche dal punto di vista formale con l'eccellente fotografia di Floyd Crosby in deep focus, sconta forse solo qualche lieve ingenuità drammaturgica, ad esempio nel tratteggio delle due figure femminili che risultano le meno interessanti perché troppo rigide (soprattutto Katy Jurado, piuttosto sopra le righe). Per il resto è un dramma di coscienza che vibra nel suo severo monito allo spettatore contro la vigliaccheria del compromesso, impreziosito da grandi momenti di cinema come il duello finale. Gary Cooper nel suo ruolo più archetipico è memorabile e solido, ben affiancato da valenti caratteristi fra cui un insolito Lloyd Bridges, mentre Grace Kelly non risalta come nei film di Hitchcock ma riesce comunque a conferire adeguato spessore al personaggio della moglie quacchera. Suscitò reazioni anche ostili come quella di Howard Hawks che girò "Rio bravo" come sua personale risposta al film di Zinnemann, ma resta un western maturo e intelligente.
Voto 9/10
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