Regia di Fred Zinnemann vedi scheda film
Lo sceriffo è "l'eroe che ha paura" (lo è proprio in quanto ha paura). Non è affatto sicuro di farcela, contro Frank Miller e i suoi tre accoliti, ma spera di non essere solo perchè la minaccia incombe anche sui suoi concittadini. Sarà un caso che Solidarnosc abbia scelto la sua immagine come manifesto nella lotta poi vinta contro il comunismo?
Mezzogiorno di fuoco (1952): Gary Cooper, Grace Kelly, Otto Kruger, Thomas Mitchell, Lon Chaney jr.
MEZZOGIORNO DI FUOCO (1952)
Che "Mezzogiorno di fuoco" sia un capolavoro, da tanto tempo lo dicono tutti ed io, senza aggiungere nulla, non posso che confermarlo, anche se il mio vale poco perchè è un giudizio "di parte".
In che senso? Gary Cooper fu il "mito" della mia infanzia, il tempo in cui noi, figli del periodo di guerra, facevamo quelle scelte di schieramento che, pur se fatte d'istinto se non per caso, risultano le più durature e spesso "per sempre".
I nostri genitori pure si erano dovuti schierare, nel primo dopoguerra, spesso, credo, anch'essi d'istinto se non per caso, riguardo a temi ben più importanti: repubblica o monarchia? comunismo o anticomunismo?
Ma il nostro mondo era altro, prima dell'età scolare e fino ai sette otto anni: calcio (ore e ore ogni giorno, dovunque non ci fossero più macerie: scelta obbligata "forza Bologna!", ma quanto piansi per il Grande Torino....), ciclismo (Bartali o Coppi? e poi, coi "coperchini" delle bibite, gare nelle lunghe piste che tracciavamo col gesso nei marciapiedi) e infine il Far West (dieci giorni lunghissimi a leggere e rileggere "Il piccolo sceriffo" in attesa della nuova striscia; e ogni tanto il cinema, sempre western: se amavi Gary Cooper, John Wayne potevi al massimo rispettarlo e apprezzarlo, ma di più sarebbe stato tradimento).
Gary l'ho amato a tal punto da trovare una certa somiglianza tra lui e mio padre, obiettivamente del tutto inesistente....
Ha avuto tre Premi Oscar: il primo per "Il sergente York" del 1941 (ma non era il mio mito, il Cooper degli anni '50), il secondo per questo bel film di Zinnemann del 1952 (figuriamoci, mi fa piacere, ma in altri credo sia stato ancor più bravo: per esempio "La legge del Signore", di qualche anno dopo) ed infine il terzo "alla carriera" nel 1961, l'anno in cui ci ha lasciato: ecco, questo lo considero veramente "strameritato".
Riguardo allo sceriffo Kane, da lui interpretato, taluno considera negativamente il suo "cocciuto" comportamento: avrebbe dovuto andarsene, non avendo titolo per restare (aveva già dato le dimissioni e il nuovo sceriffo sarebbe arrivato all'indomani), è restato contro il volere dei cittadini, se se ne fosse andato il paese non avrebbe corso pericoli.
Non è affatto sicuro di farcela, contro Frank Miller e i suoi tre accoliti, ma pensa o spera di non essere solo perchè la minaccia incombe anche sui suoi concittadini.
Chiede ad essi aiuto perchè il Male che arriverà a mezzogiorno è sicuro che riguardi anche loro e che sia ben maggiore di quello che diranno infine di credere , tutti riuniti in chiesa, adducendo motivazioni varie e interessanti (ma che - si noti - non sono i pareri delle loro donne) aventi in comune il "pregio" di non muovere comunque un dito per difendere il paese aiutando Kane.
La convinzione, di molti, che il paese non avrà danni se se ne andasse, lo sceriffo è sicuro che sia infondata; perchè IL MALE non si ferma: sarebbe la fine, non solo per loro due, che verrebbero inseguiti, ma anche per il paese.
Come dice chiaramente la messicana interpretata da Katy Jurado quando spiega perchè se ne va: "senza più lo sceriffo Kane, questo è un paese finito".
"Sottotesti" politici? Penso che la cosa migliore sia di vedere "Mezzogiorno di fuoco" senza tener conto se ve ne siano o meno, connessi al periodo (1952) in cui il film fu realizzato.
Ma è pur vero che si dibatte vivacemente di possibili "allegorie" che gli autori abbiano voluto far trasparire, in un contesto così particolare quale fu l'epoca del "maccartismo".
Lo sceneggiatore Carl Foreman finì nella "lista nera", ma probabilmente non a causa - o quanto meno non essenzialmente a causa - di "Mezzogiorno di fuoco".
Infatti il regista Fred Zinnemann ebbe sì qualche grana con la Commissione Mc Carthy (aiutato peraltro, dicono, da Cooper, considerato al di sopra di ogni sospetto di filocomunismo). Ma penso non di grave entità, giacchè non solo il suo film fu ampiamente apprezzato (due Oscar, di cui uno al protagonista; e due nominations: miglior film e miglior regia) ma addirittura il film dello stesso Zinnemann dell'anno successivo - "Da qui all'eternità" - ebbe una pioggia di riconoscimenti: addirittura otto Oscar, tra i quali "miglior film" e "miglior regia"; e al regista anche il Golden Globe.
Dunque, SE c'era - in Mezzogiorno di fuoco" - l'intenzione di lanciare, sia pure in modo non palese, un messaggio "non lasciateci soli contro il maccartismo", ebbene era un messaggio "fra addetti ai lavori", non certo avvertibile dal grande pubblico, insomma un messaggio "almeno" ambiguo, come era frequente in quel periodo se si voleva pur lavorare nel cinema.
D'altra parte, quali erano i tempi? La Commissione diretta dal Senatore del Wisconsin aveva cominciato ad operare nel 1950 (presidenza Truman, democratico) e rimase in funzione fino al 1955 (dal '53, presidenza Eisenhower, repubblicano).
In tutto quel periodo fu solo la punta dell'iceberg (tremenda contro intellettuali ed artisti) di un sentimento profondo e vasto che era "dell'America" (istituzioni e anche popolo, in grande maggioranza): paura del comunismo e quindi lotta al comunismo (fin dal 1949, prima bomba atomica sovietica).
Per il grande pubblico, americano e occidentale, il MALE poteva essere al più agevolmente identificato, in quei tempi, proprio nel comunismo, che era il principale nemico.
E per i popoli che il regime comunista "reale" l'hanno vissuto? Sarà un caso che in Polonia Solidarnosc, nel 1989, abbia scelto - e con grande successo - proprio l'mmagine dello sceriffo Kane/Gary Cooper, che anzichè la pistola impugna il loro giornale e ne ha la scritta vicino alla stella, come manifesto nella lotta (poi vittoriosa) contro il partito comunista?!
Cinque stelle, naturalmente. Con lode!
Mezzogiorno di fuoco (1952): scena
Mezzogiorno di fuoco (1952): Katy Jurado, Grace Kelly
Mezzogiorno di fuoco (1952): Gary Cooper
Mezzogiorno di fuoco (1952): Lon Chaney jr., Gary Cooper
Mezzogiorno di fuoco (1952): Gary Cooper, Lloyd Bridges
Nota:
Al momento di questa recensione, sul sito Film tv compariva la locandina, risalente alla fine degli anni '70 del secolo scorso, in cui veniva dato risalto (nonostante una partecipazione di scarso rilievo) a Lee Van Cleef per il suo grande successo di quel periodo. Gentilmente, lo staff ha poi provveduto a sostituirla con la locandina originale, che porta invece in evidenza, giustamente, Katy Jurado.
Mezzogiorno di fuoco (1952): locandina
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Apprezzo tanto le locandine originali e ilmio sogno era far la cartellonista, perchè ero discreta nelle somiglianze...ma era già troppo tardi ,il treno era passato ...Anche per in altri tempi e misure Gary cooper era un mito. In Per chi suona la campana l'ho visto non ti dico quante volte, anche per una giovane Ingrd Bergman.....a proposito chene pensi della Bergman?
Brava attrice, bella donna, interpretò però molti ruoli che in gioventù non mi attraevano e dunque molti suoi film della seconda parte della sua carriera non li vidi (o non li vidi "bene"). Ricordo con un certo fastidio il doppiaggio. Magnifica nei suoi primi film. Ciao. F.
Concordo , grazie Ciao
Vengo qui di rimando dal commento che hai fatto nella mia recensione. Beh si, bell'analisi, perchè hai sottolineato una cosa a cui non avevo fatto caso; cioè il paese inteso come vera e propria entità.
Senza lo sceriffo il paese è praticamente finito sia come ordine ma anche come rigore morale e questo giustifica ancora di più la scelta dello sceriffo di restare in paese ed affrontare Frank.
Lee van Cliff in cartellone è un imbroglio; non solo non dice una battuta, ma alla fine quanto screen time ha? Manco 5 minuti?
Non te lo possono vendere come protagonista al pari di Gary Cooper e Grace Kelly.
Comunque bella l'analisi su Gary Cooper, che era tra gli attori preferiti da mio nonno ^^. Non si perdeva un suo film o quasi.
Nel nostro paese la fama dell'attore è fortissima e visto che citi i fumetti, il suo volto venne usato come base per quello di Tex della Bonelli.
E' un film a mio parere abbastanza incriticabile, un western psicologico ed umano di enorme valore. Non ho mai capito le accuse non solo di Tavernier, ma anche di Wyane e Hawks.
Evidentemente erano abituati ad eroi tutto d'un pezzo senza incertezze... peccato che non sia così nella realtà,; renderlo umano non fà altro che far percepire il personaggio più vicino allo spettatore. Ed il finale in cui getta la stella di latta per terra, mamma mia che immagine magnifica. Ha un senso di disgusto fortissimo, nonchè estremamente pessimista sul funzionamento del paese, nonchè degli USA.
Grazie, caro amico, di questo ampio commento. in effetti, quel che scrissi io su questo gran film non si sovrappone (solo si può aggiungere) alla tua recensione, molto più completa. Pensavo (speravo) che la tua ottenesse molte più utilità ma non c'è niente da fare... ti leggono di più o di meno in relazione a quanto ti conoscano. Io stesso se ne avessi scritto ora penso che sarei stato più letto.
Grazie e .. a nuove occasioni d'incontro..
franco
A quanto sembra hai ragione, anche se sono già scarso nel mondo reale a stringere amicizie nuove, figuriamoci nel mare magnum della rete (che ritengo però alienante e non idoneo per le amicizie, tranne rarissime eccezioni).
Quindi di conseguenza anche nelle recensioni in cui ci metto più impegno, più di 12-13 mi piace non raggiungono (ma ovviamente spero che mi leggano molti più).
Alla prossima. Ciao.
..e comunque 12/13 qui è già un numero rispettabilissimo...
Splendida recensione Cherubino. Un film leggendario, che insieme ad "Ombre Rosse" e "Sentieri Selvaggi" credo sia il western più citato di sempre. Per quanto riguarda Gary Cooper beh che dire, sono di parte come te, uno dei miei miti. Ahimè ce ne fossero ancora di attori come lui al giorno d'oggi..
Sono contento che tu l'abbia apprezzata, questa mia opinione ormai antica, effettivamente all'inizio ero più bravo... quando non mi si conosceva in tanti.
Ci stiamo frequentando poco, mi pare, negli ultimi tempi ed è stato davvero un piacere leggerti. Prometto di non trascurarti.
F.
Grazie mille Cherubino, il piacere è tutto mio.
A proposito ancora di Gary Cooper altri tre film immancabili secondo me sono "Dove la terra scotta", "Vera Cruz", "L'albero degli impiccati", che sicuramente tu conoscerai meglio di me, oltre a vari altri titoli che ancora non ho avuto la fortuna di vedere..
Sì, tutti e tre molto belli: Ma, se non l'hai visto, ti consiglio "La legge del signore" (altro titolo: "L'uomo senza fucile") in cui Gary (padre del giovane Tony Perkins) è davvero indimenticabile.
Eccotelo, in italiano:
https://m.youtube.com/watch?v=ZyU9GT8cUm4
Vero, mi era sfuggito.. Anche questo un grande film e un'indimenticabile interpretazione di Gary, come mi sono sfuggiti anche "La fonte meravigliosa", "La maschera di fango", "Addio alle armi" e "Il prigioniero della miniera" (dove è in coppia con Richard Widmark, un altro dei miei attori preferiti).
Promosso a pieni voti!
Con lode se hai visto anche questo (del 1935, tutt'altro genere ma imperdibile):
https://ne-np.facebook.com/cinemachepassion/videos/1705922796231766/
(sempre in italiano)
Ciao carissimo.
F.
"Sogno di un prigioniero" se non sbaglio si può collocare nel filone delle storie d'amore impossibili: un genere molto interessante del quale ho visto soltanto "Il fantasma e la signora Muir" e "Il ritratto di Jennie", che mi sono piaciuti molto (specialmente il primo). Mi mancava appunto "Sogno di un prigioniero": devo dire che lo cercavo da tempo e grazie a te adesso l'ho trovato!
Buona visione!
Grazie mille e a risentirci!
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