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Mezzogiorno di fuoco

Regia di Fred Zinnemann vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Mezzogiorno di fuoco

di luisasalvi
5 stelle

Per un riassunto corretto della vicenda cfr. Di Giammatteo, di cui mi pare poco convincente e poco coerente la voce sul regista: ne segnala promesse e interessi ideali (politici e morali, da comunista e antinazista) mal realizzati, fino a High noon, poi sarebbe già la decadenza, fino a Cinque giorni un'estate che secondo lui sarebbe un tardivo capolavoro sincero; io non ne ho scritto nulla ma mi pare di ricordare che non mi era affatto piaciuto.
Se sono veri gli interessi sociali e le simpatie comuniste di Zinnemann e la sua preoccupazione di mascherarli per poter girare film e piacere al pubblico, come insiste a dire Di Giammatteo, a maggior ragione può essere vera la mia proposta di lettura, che avevo già scritto, qualche settimana fa, prima di leggere Di Giammatteo e di scrivere questa premessa il 12 luglio 2004, ma che inserisco solo ora, a distanza di più di 10 anni.

Interessante la nota formale del regista riportata in Schede del centro San Fedele: contrasto fra l'elemento statico del binario, da cui si aspetta l'arrivo del treno (forse solo questo è il tema parodistico ripreso da Brooks in Mezzogiorno e mezzo di fuoco, che peraltro non si richiama a questo nel titolo originale e non è detto che ad esso si ispiri) e quello dinamico dello sceriffo sempre in ansioso movimento alla ricerca di aiuti che non trova. Molto lodato per gli aspetti formali, sicuramente notevolissimi, tanto che non annoia mai neppure rivedendolo ora a distanza di più di mezzo secolo, ma anche per l'impegno politico e morale, e addirittura per la "trasparente allegoria del clima di vigliaccheria e di conformismo del maccartismo" (Mereghetti)… "ma ormai i tempi erano cambiati"… Strana analisi e strane lodi: Kane, un ex-sceriffo che ha appena dato le dimissioni di fronte a tutti, ha sposato una quacchera pacifista e sta partendo per andare a vivere in un altro paese, decide di  restare perché Frank Miller, un ex-bandito da lui catturato cinque anni prima, già condannato a morte, poi con la pena commutata in ergastolo, è stato graziato e liberato e sta per tornare. Con qualche confusione di cui non capisco il motivo, dato che fra i suoi tre amici che vengono ad aspettarlo alla stazione c'è un altro Miller (Ben), e si continua a dire che Miller è in paese e che Miller è stato graziato e che Miller vuole vendicarsi di Cane, e che Miller sta per tornare in treno…

Kane riprende la stella di sceriffo, senza alcuna autorizzazione ed anzi contro la volontà di tutta la popolazione e del giudice e contro il parere della moglie; al saloon addirittura si dicono tutti amici di Miller, confessano di non essersi dimostrati tali a suo tempo perché c'erano guardie armate contro di lui e si domandano come Kane possa chiedere il loro aiuto contro di lui; risulta intanto che Kane si era anche preso la donna del bandito dopo averlo fatto condannare; poi l'ha scaricata e se l'è presa il suo aiuto sceriffo, che lui non vuole che lo sostituisca anche alla carica di sceriffo. Resta contro tutto e tutti, per affrontare il suo nemico e gli altri tre della banda, che peraltro se ne stavano tranquilli alla stazione. E' perfino lui che spara per primo facendo secco uno degli altri tre. Poi butta la stella di sceriffo: disprezzo per la legge che pure ha utilizzato per una vendetta personale? Gli altri, anch'essi senza parole, gli portano il carro, pronto, sui cui sale e se ne va: lieti che se ne vada?

Il film sarà condotto molto bene e l'ho già rivisto con interesse due volte in pochi mesi, ma preferisco leggerlo in chiave di denuncia contro certi presunti moralisti che fanno il bello e il cattivo tempo a piacer loro fregandosene sia delle leggi sia del volere della cittadinanza sia dei propri impegni familiari sia dei principi morali e di elementare senso civico; poteva e doveva andarsene, invece è rimasto per interessi personali… in atti d'ufficio, peraltro non più suo, e quindi con altri reati…

Mi viene il forte dubbio che lo sceneggiatore Foreman, se davvero era sulla lista nera e se davvero i tempi duri erano finiti, avesse proposto una allegoria ben diversa, in cui Miller, dapprima condannato ingiustamente o eccessivamente (per sospetto comunismo!), sia stato poi graziato o assolto e solo ora la popolazione, che prima aveva  accettato la sua cattura perché c'erano molti armati dalla parte dello sceriffo, finalmente dica la sua amicizia e solidarietà per lui e rifiuti di aiutare lo sceriffo non per paura, come viene letto dai critici ma non viene detto nel film, dove gli amici dello sceriffo sono solo tre o quattro. Dalla parte dello sceriffo sembrerebbe anche la sua ex-amante, ma è un'affarista che sta con il vincente e che ora preferisce vendere tutto e andare a fare i suoi affari altrove. Quanto alla moglie, interviene solo all'ultimo momento sentendo i primi spari, per un gesto istintivo, e comunque aiuta sparando alle spalle ad uno che sta ricaricando le pistole e che non risultava aver commesso alcun reato… Ma le due figure femminili sono trattate malamente, e Kelly recita troppo male per aiutare a capirne il senso; la Ramires dice di aver sempre odiato il paese che è razzista e ce l'ha con lei in quanto messicana (quando partono infatti il ferroviere aiuta a salire la signora Kane ma non lei); fra una messicana ricca, presa come amante ma non come moglie, e una giovane quacchera presa come moglie ma abbandonata (e/o che lo abbandona) per uccidere fuori legge, Kezich riesce addirittura a lodare "la quacchera che non fa delle proprie convinzioni uno schermo alla vigliaccheria" e quindi uccide alle spalle un uomo che non ha alcun debito con la legge; per Burton interviene per "naturale istinto verso l'eliminazione di ciò che è contrario alla legge".

Terribile il giudizio del CCC, che vede come positivo il fatto che "la giustizia trionfa", ma avanza riserve sui ragionamenti di autorevoli cittadini e sul "loro modo di considerare la giustizia, il dovere, l'onestà". Forse il CCC ha letto come me e ha visto in Miller il pericoloso comunista da sterminare comunque, anche in palese trasgressione di ogni legge e morale. Credo che sarebbe approvato anche da Berlusconi o da Bush. E con lo stesso impegno Cooper, politicamente di destra, ce l'ha messa tutta per eliminare il pericolo. "Un dramma 'del dovere' concepito secondo uno schema alla Corneille" (G. Gerosa); condivido perché i "doveri" che muovono i personaggi del Cid, per esempio, sono tutt'altro che nobili.

Penso che solo lo scambio di lettura fra "buoni" e "cattivi" renda sensata la vicenda e la sua conclusione, che così risulta tragica: il prepotente vince contro la legge e se ne va sdegnoso come se fosse l'unico giusto… come farà Bush andandosene dall'Iraq. E non ha nessuna importanza che Miller o Saddam fossero a loro volta dei poco di buono: nulla autorizza Bush o lo sceriffo Kane a intervenire.

Insomma: valutazione tematica pessima, spettacolare ottima, espressiva scadente e poco chiara: scarsamente sufficiente.

 

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Ultimi commenti

  1. Baliverna
    di Baliverna

    Recensione ben scritta. Permettimi di proporti la mia lettura del film, che è piuttosto semplice e non simbolica (a parte qualcosina).
    Kane è un uomo che di colpo si trova ad affrontare una scelta difficilissima, dove, se vogliamo, una certa scaltrezza - miope però - suggerirebbe la fuga. La scenggiatura si preoccupa di analizzare bene tutti i termini della questione, e di prevenire eventuali obiezioni. Dunque gli viene proposta la fuga, ma lui l'accetta da subito con poca convinzione e con un certo disagio interiore (come dicono le espressioni del suo volto...). Poi capisce che la fuga è sbagliata per due motivi: uno è che la banda continuerebbe ad inseguirli finché non li avrebbe uccisi (lo dice in carrozza), e la loro vita sarebbe, nella migliore delle ipotesi, una vita in fuga da un posto a un altro; l'altra ragione è che comunque in tal modo Miller tornerebbe a spadroneggiare sulla cittadina, perpetuando il suo terrrore e i suoi sopprusi. Per andarsene avrebbe anche la giustificazione che in quel giorno termina il suo mandato. Tuttavia decide di restare e di sfidare Miller, anche se la sua impresa appare impossibile. Il punto chiave è che segue la sua coscienza.
    Kane non è un giustiziere, un ammazzacattivi, o un esaltato. Dall'altra parte, Miller non è il simbolo del comunista perseguitato. Non ha ideali, né istanze sociali. Inoltre Zinnemann avrerbbe avuto una pessima idea dei comunisti se li avesse rappresentati col capobanda Miller. E' solo un criminale prepotente e strafottente che vuole vendicarsi su chi ha osato farlo sbattere in galera. Nella scena della chiesa si dice anche di come tenesse nel terrore quelli del villaggio, che avevano paura di uscire di casa, e di come lo sceriffo li avesse liberati da quella peste. Ciononostante non fanno il passo che dovrebbero fare.
    Gli abitanti del villaggio sono in maggioranza dei vigliacchi, che non aiutano lo sceriffo non perché non ne condividano le motivazioni, ma perché hanno paura e pensano solo alla loro pelle. Una minima parte di essi sono ancora più viscidi, perché sono conniventi per vile interesse con Miller e la sua banda. Così sono il direttore dell'albergo e il barista del saloon. Un'altra parte di essi ha un po' di buona volontà, ma poco coraggio e alla fine lo lasciano solo perché se la fanno sotto. Il pastore della chiesa si mantiene invece sul piano morale, e si dichiara incapace di risolvere quella questione troppo complessa, anche in base a certi precetti biblici. Solo il ragazzo e l'ubriacone, benché in modo velleitario e non all'altezza, lo vogliono aiutare. Alcuni paesani si rendono ben conto di ciò che sarebbe giusto fare, ma non lo fanno. Uno è il vecchio seduto sulla poltrona, che aspetta immobile che Kene venga ucciso.
    L'aiuto sceriffo è tremendamente invidioso di lui, del suo coraggio e della sua dirittura morale; l'invidia impazzisce quando la sua donna (ed ex di Kane) lo loda ai suoi occhi. Arriva persino a volerlo cacciare perché non sopporta la sua superiorità come uomo. L'unica che lo ammira e che morirebbe con lui, benché abbia le mani legate, è appunto la donna messicana.
    La moglie, dal canto suo, si trova anch'ella alle prese con una difficile scelta. La sua religione rifiuta il minimo atto di violenza, anche se per legittima difesa, e dalla sua c'è anche il fatto che padre e fratello sono morti uccisi da armi da fuoco. Tuttavia i conti non le tornano ancora. E' giusto però lasciare solo il marito in un momento come quello? E' poi vero la scelta di lui sia sbagliata, e sarebbe meglio fuggire e lasciare la cittadina di nuovo in balia di Miller?
    Il fatto che l'impresa dello sceriffo riesca, benché apparentemente disperata, è come la conferma che la sua scelta era in fondo quella giusta. La scena finale in cui disprezza i paesani (eccettuato il ragazzo) non la vedo fuori luogo. Se l'erano tutti data a gambe, solo per paura. Secondo me non sono lieti che se ne vada. Si sentono dei vermi e si vergognano davanti a lui. Credo che gli porgano il carro come tardivo segno di ammirazione e di gratitudine.
    L'unico richiamo alla realtà americana degli anni '50 è secondo me la meschinità, la paura, e la vigliaccheria dei paesani, che assistono inerti sapendo che dovrebbero fare qualcosa.
    Il tema della scelta difficile, apparentemente assurda, ma obbligata dalla coscienza era caro a Zinnemann. In fondo "Un uomo per tutte le stagioni" non va lontano da Mezzogiorno di Fuoco. Gli esiti sono diversi, ma immutata è l'adesione del regista al protagonista, e i frangenti in cui si trova.
    A tutti può capitare nella vita di essere per una volta soli contro tutti, e ciononostante che quella sia la scelta giusta. Mezzogiorno di Fuoco analizza in fondo questa situazione. E' anche un film che esalta il coraggio, il senso della giustizia (indipendente dalla legge), la dirittura morale. E' secondo me lontano da qualunque giustizialismo, o dall'immagine del tutore della legge pieno di se stesso.
    Giustamente dici che è un film superbo dal punto di vista stilistico. Il contenuto secondo me è quello che ho spiegato sopra, e io lo trovo superbo al pari dello stile. Un saluto.

    1. luisasalvi
      di luisasalvi

      Vedo solo ora questo tuo commento, che non condivido. Purtroppo non ho tempo per rispondere punto per punto. Mi ha colpito (negativamente) in particolare la tua frase "Il fatto che l'impresa dello sceriffo riesca, benché apparentemente disperata, è come la conferma che la sua scelta era in fondo quella giusta": so che se credente... Gesù è stato glorificato e riconosciuto sulla croce, mentre i demoni lo tentavano a vincere per dimostrare di aver ragione.
      la tua interpretazione non ha nulla di diverso da quella convenzionale ripetuta da decenni e contro cui ho già detto; non saprei che altro dire, se non ricordarti che Miller è poi stato assolto; il fatto che non se ne diano spiegazioni è sospetto... resta comunque indiscutibile l'illegalità esplicita del comportamento di Kane.
      ciao

  2. cherubino
    di cherubino

    Ho letto ora la tua recensione di Mezzogiorno di fuoco, consigliato da "Neve che vola" , che si ispirò a te quando scrisse la sua nel 2014, da cui confronto di idee con "spopola" e anche un commento mio di qualche giorno fa...
    A questo punto ho più dubbi di prima.. Complimenti vivissimi, in ogni caso! Franco

  3. Salina1941
    di Salina1941

    Mi chiedo come si possa fare a scrivere tante sciocchezze in una volta. C'è davvero da rabbrividire!

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