Regia di Piero Sciumè vedi scheda film
Gilbert lavora in banca, suo figlio viene rapito. Per pagare il riscatto l'uomo simula una rapina, del cui bottino si appropria, e coglie l'occasione per togliere di mezzo la moglie, in modo da fuggirsene con l'amante e il denaro sottratto. Ma non tutto andrà liscio nel suo piano.
Piero Sciumè: chi era costui? Boh. Oscuro mestierante transitato brevemente nel cinema di genere nostrano, Sciumè è (si fa per dire) noto per aver girato questo Senza via d'uscita e per aver fatto l'assistente e il cosceneggiatore di Guido Malatesta l'anno successivo, nel suo (di Malatesta) Riuscirà il nostro eroe a ritrovare il più grande diamante del mondo?, titolo parimenti non memorabile. Altro su di lui non è dato sapere e, considerato quanto ci ha lasciato, probabilmente non sono in molti a chiedersi ulteriori notizie sul Nostro, a parte gli inguaribili affezionati all'epoca d'oro del 'genere'. Senza via d'uscita è una pellicola modestissima nelle idee di sceneggiatura (Sciumè, Tiziano Cortini e Julio Salvador) e nella realizzazione, diretta e confezionata con scarsa cura, che però vanta un tris di nomi eccellenti - sicuramente per la qualità del prodotto - nel cast artistico: Philippe Leroy, Lea Massari e Marisa Mell, oltre a vedere la partecipazione del francese Roger Hanin e dell'argentino George Rigaud (vero nome: Jorge Rigato). Si tratta, come prevedibile leggendo i nomi del cast, di una coproduzione fra Italia, Francia e Spagna; Piero Piccioni per la colonna sonora non ha speso le sue energie migliori. Di sicuro non aiuta la visione la qualità audiovideo miserrima dell'unica copia reperibile grazie al web a oltre quattro decenni dall'uscita in sala del film; ciononostante nell'opera la tenuta narrativa e soprattutto la tensione sono in palese difetto. 2,5/10.
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