Espandi menu
cerca
Diario di una vergine romana

Regia di Joe D'Amato vedi scheda film

Recensioni

L'autore

mm40

mm40

Iscritto dal 30 gennaio 2007 Vai al suo profilo
  • Seguaci 164
  • Post 16
  • Recensioni 11104
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Diario di una vergine romana

di mm40
2 stelle

Tumulti e lotte per il potere nell'antica Roma; la cortigiana Livia, sapendo come farsi strada, riesce ad emergere e ad arrivare in alto.


Un po' di nudi, un po' di ammazzamenti sullo sfondo dell'antica Roma; una bella attrice disposta a una discreta quantità di scene senza vestiti e di primi piani insistiti su quasi ogni centimetro quadrato della sua pelle (Lucretia Love) è il perno attorno a cui viene costruito questo Diario di una vergine romana, distribuito anche con il titolo di Livia, una vergine per l'impero. Quanto agli ammazzamenti e alla distruzione di quei fondali approssimativi che ricordano l'antichità dell'Urbe, per l'action c'è un regista esperto come Joe D'Amato dietro la macchina da presa, e per ciò a cui non arriva il budget dell'operazione si riutilizzano sequenze girate per altri film di simile stampo e ambientazione. Le perplessità principali non ruotano neppure attorno alla trama pretestuosa o alla recitazione modesta; bensì si rivolgono a quei due titoli che impropriamente citano la parola 'vergine' di fronte alla storia di una prostituta che non esita concedersi a destra e a manca per tutta la durata del film. Anche il 'diario' nella pellicola non si vede, ma dev'essere stato un altro escamotage linguistico per rendere il lavoro più torbido e potenzialmente appetibile per il vasto pubblico guardone delle piccole sale di provincia. Interessante notare il ruolo di primo piano per una volta riservato ad Attilio Dottesio (apprezzabilissimo peraltro), caratterista pressoché sempre utilizzato in particine di contorno; Linda Sini, Edmondo Tieghi e Antonio Casale sono gli altri nomi principali sulla locandina. Se la regia è di D'Amato, la fotografia è di Aristide Massaccesi (suo vero nome), mentre la sceneggiatura viene accreditata a Michael Wotruba, altro suo pseudonimo rispolverato di tanto in tanto. Nel complesso un lavoro dimenticabile, realizzato cucendo insieme alla meglio spezzoni d'archivio e scene di nudo appositamente realizzate: ritmo bassino nonostante la tanta azione, trama inconsistente o quasi. 2/10.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati