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I fidanzati della morte

Regia di Romolo Marcellini vedi scheda film

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La recensione su I fidanzati della morte

di mm40
3 stelle

Il pilota motociclistico Carlo cambia scuderia, affidandosi a quella del suocero. Tanto per complicarsi ulteriormente la vita, intreccia una relazione extraconiugale con la figlia del suo ex datore di lavoro. Poi torna con la moglie e sfida l'ex datore in una corsa spericolata sul circuito di Monza.


Epica a due ruote per questa pellicola firmata da Romolo Marcellini, onesto artigiano senza infamia e senza lode che si è saputo reinventare varie volte nel corso di una carriera interamente dedicata al cinema più popolare. Marcellini non si limita qui alla regia, ma scrive anche soggetto e sceneggiatura, quest'ultima in team con Giuseppe De Santis, Jacques Remy, Nicolò Ferrari e Franco Solinas; è un copione incentrato sulle scene di corse motociclistiche, che si snoda tutto intorno alle due passioni del protagonista: quella per le due ruote e quella per le due donne che lo dividono sul piano sentimentale. La moto non è mai stata più di tanto un argomento centrale nel nostro cinema e questa rappresenta forse l'unica peculiarità di una pellicola altrimenti piuttosto dozzinale, sia nella trama che nella costruzione dei personaggi, con una buona messa in scena però. Tra i collaboratori tecnici: Aldo Giordani per la fotografia, Eraldo da Roma per il montaggio, Angelo Francesco Lavagnino per la colonna sonora; il reparto interpreti offre invece quali nomi di maggior richiamo Rik Battaglia, Sylva Koscina, Saro Urzì, Gustavo Rojo e Carlo Ninchi. Trattandosi di una coproduzione fra Italia e Germania ovest, il ruolo della moglie del protagonista viene affidato alla tedesca Margit Nunke, fresca vincitrice del titolo di Miss Europa 1956 e lanciata nel cinema proprio da questo titolo. Non la migliore occasione possibile, ma un lavoro a suo modo coerente, che propone un'ora e mezza di intrattenimento a base di motori e buoni sentimenti senza promettere d'altronde di più. 3/10.

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