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Blue Angel Cafe

Regia di Joe D'Amato vedi scheda film

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La recensione su Blue Angel Cafe

di mm40
2 stelle

Angie è un'avvenente cantante che si esibisce al Blue angel cafè. Tra il pubblico una sera c'è anche l'affascinato Raymond, candidato governatore, pronto a rischiare il matrimonio e la carriera politica per amore di Angie.


È una pellicola erotica, softcore nella più spinta delle ipotesi, con qualche scena di accoppiamento comunque sufficientemente casta per non incorrere a tagli di censura e una manciata di nudi femminili generosamente offerti dalla protagonista, ma nulla di più sul versante sexy: c'è una trama sensata, seppur non troppo arzigogolata, ci sono interpreti modesti ma comunque attori degni di tale qualifica, c'è una messa in scena abbastanza sobria e curata per poter seguire il film a prescindere dagli episodi, chiamiamoli così, prettamente voyeuristici. Blue angel cafè è uno dei titoli realizzati da Joe D'Amato/Aristide Massaccesi al di fuori del circuito a luci rosse e, in fin dei conti, non tutto è da buttare: la fotografia è assolutamente impeccabile, patinatissima ma efficace il giusto – e naturalmente è affidata al solito Federiko Slonisko, altro alias del regista – e la confezione nel suo complesso funziona. Questo per dire che, sì, c'è di meglio e senza dubbio, ma c'è anche tanto, tanto altro di peggio rispetto a questo film; D'Amato si affida a una sceneggiatura firmata da Daniel Davis, che è dichiaratamente uno pseudonimo dietro cui si cela Daniele Stroppa, e Laurence Abby, il cui nome compare qui per la prima e ultima volta (quantomeno a una rapida ricerca sul web) nella storia del cinema: è ipotizzabile che si tratti sempre di Massaccesi. Richard Brown e Tara Buckman sono i due principali interpreti: se di lui si perdono le tracce subito dopo questo lavoro, ritroveremo invece la Buckman come protagonista del successivo film di D'Amato, La signora di Wall Street (1990). Poco da commentare sulla presunta ispirazione tratta da L'angelo azzurro (1930) con la Dietrich, che suggerisce anche il titolo di questa pellicola: pretestuosa basti come aggettivo. 2/10.

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