Regia di Amir Naderi vedi scheda film
Ci sono tanti modi per farsi del male e uno è sicuramente la visione di "Marathon", che parla di una ragazza newyorkese che si pone l'obiettivo di battere il proprio record di 77 cruciverba risolti in ventiquattr'ore. La ragazza riesce a concentrarsi soltanto tra i rumori della metropoli, e in particolare sulla metropolitana, tanto che, una volta giunta a casa, nel silenzio delle pareti domestiche non riesce ad andare avanti e sente il bisogno di ricreare le condizioni di rumore che la possano ispirare.
Ispirato a non si sa quale filosofia, indeciso tra richiami alla nouvelle vague (il bianco e nero, qualche inquadratura sghemba) e alle avanguardie attuali (l'uso del digitale, vaghissimi richiami all'indipendentismo di Hal Hartley), il film dell'iraniano trapiantato a New York Naderi è riuscito soltanto a farmi rimpiangere Claudio Batta e la sua Nimmistica.
L'America agli americani e l'Iran agli iraniani.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta