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Shaolin Soccer

Regia di Stephen Chow vedi scheda film

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La recensione su Shaolin Soccer

di FABIO1971
6 stelle

Stephen Chow, stella del cinema made in Hong Kong, scrive (in collaborazione con Tsang Kan-cheung), interpreta e dirige uno sfrenato e travolgente mix di ribollente follia, tra calcio e arti marziali, comicità demenziale e filosofia, buffoneria cartoonesca ed epica del riscatto sociale. La vicenda, allucinata e delirante, è quella di un ex-calciatore di Hong Kong che, insieme ad alcuni monaci Shaolin sul viale del tramonto, allestisce una squadra con l'intento di sposare le magie del kung-fu con le tecniche del calcio, e la iscrive al campionato. Campione di incassi in patria e, dopo un paio d'anni, grazie ai passaparola tra gli spettatori e i download da internet, diffuso anche nei mercati occidentali con strepitoso successo, Shaolin Soccer, tra omaggi dichiarati a Bruce Lee, fiammeggiante visionarietà ed effetti speciali e coreografie da urlo, costituisce una strepitosa e smagliante summa della vitalità stilistica della cinematografia hongkonghese, in cui Chow trasferisce i suoi deliri visivi da cinefilo incallito (e deviato) e le genialità assortite previste dal copione, sospese tra deliri parodistici e gag sgangherate, infiocchettando il tutto con una scintillante ed irresistibile veste spettacolare. Questo per quanto riguarda la versione originale del film. La copia circolata in Italia, invece, appartiene ad un altro genere di cinema, ovvero a quelle farse becere ed insulse che i commedianti nostrani sono soliti propinare al pubblico di idioti che li segue, convinti che siano le uniche forme d'intrattenimento che possano coinvolgerli: viene sforbiciato un buon quarto d'ora di film, rimontate alcune scene e, soprattutto, affidato il doppiaggio dei protagonisti principali ad uno sconvolgente team di calciatori (Marco Delvecchio, Vincent Candela, Sinisa Mihajlovic, Damiano Tommasi, Angelo Peruzzi e Giuseppe Pancaro), attori (la Premiata Ditta Insegno-Ciufoli-Lanfranchi) e registi (Carlo Vanzina), oltre alla consueta e abusata pratica di far parlare in dialetto la maggior parte dei personaggi. Uno scempio vergognoso.

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