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Dune

Regia di David Lynch vedi scheda film

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La recensione su Dune

di maso
7 stelle

Quando in un film di tortuosa fantascienza tratto da un vorticoso romanzo fantascientifico di Frank Herbert il protagonista cambia ben quattro nomi nell'arco della storia, rispettivamente Paul Atreides, Usul, Muad'Dib e Kwisatz Haderach bisogna aspettarsi di non capire un cazzo di quel che sta succedendo, almeno fino alla terza visione del film, cosa che è successa al sottoscritto nell'arco di tre cambi di età, rispettivamente, fanciullo, ragazzo e uomo, proprio come il protagonista della storia che ci capisce qualcosa cammin facendo.

Il presupposto vuole sottolineare la confusione totale che regna nella sceneggiatura di "Dune", basta pensare che nello spieghino iniziale vediamo Virginia Madsen agghindata da principessa spaziale incaricata di introdurre il quadro generale.....bla - bla - bla - bla .....Arrakis meglio conosciuto come Dune....dopo di che la signorina Madsen si vede a malapena passeggiare in giro per il film ma ogni tanto i suoi spieghini ricompaiono qua e la, mai comunque quando li vorresti: ad esempio dopo l'ottantasettesima visione non sono ancora riuscito a capire cosa cazzo rappresenta il fetone gigante con la bocca vaginale che viaggia dentro la metropolitana spaziale scortata da una cricca di punkettoni pelati con il muco incancrenito in testa.

Questa è solo una delle tante visioni deliranti che Lynch ha inserito nel film e secondo me sono proprio loro che lo salvano, non certo lo sviluppo della storia che vede due fazioni planetarie opposte in lotta per impadronirsi del pianeta Arrakis dove si produce la spezia, la droga preferita dei Jamiroquai che ti fa viaggiare senza muoverti, ti fa ciulare senza spogliarti, ti fa fare senza farti, ti fa tifare senza tifarti e ti fa rifare senza rifarti.

I buoni sono i nobili Atreides del pianeta Caladan illustrato vergognosamente senza troppa fantasia, fra loro c'è Kyle MacLachlan nella parte del messia che riporterà equilibrio nell'universo ma non nel film perchè con quel taglio di capelli da batterista dei Camaleonti non si stampa certo nel cervello al contrario dei suoi nemici i famigerati Harkonnen dai capelli rossi, bestiali come gli irlandesi di Belfast: qui Lynch da il meglio di se descrivendo il loro pianeta Gedi Prime come un uovo marcio nero e chiazzato sul quale si ergono fumose strutture industriali davvero immaginifiche, così come le disgustose abitudini dei suoi ospitanti che bevono succhi di frutta di scarafggio e si fanno di sangue cardiaco degli schiavetti, tra loro è indimenticabile il barone Vladimir Harkonnen interpretato da Kenneth McMillan con sgradevole bravura, un ciccione volante ricoperto di pustole in viso e brufoli giganti, ha tendenze omosessuali ed è  devastato dalla sifilide.

Il luogo d'azione principale è però Dune e meno male che qualcosa li succede a livello bellico perchè un film di fantascienza in cui le astronavi sono insignificanti ed esteticamente anonime come in questo non c'è, su Dune gli intrighi ed i doppi giochi della trama si sciolgono in fretta per poi introdurre la fazione ribelle dei guerrieri Freemens che vivono nel deserto a contatto con i vermoni giganti creati da Rambaldi, le tute distillanti che filtrano e reciclano sudore ed urina per sopravvivere nel deserto sono memorabili ma rappresentano anche l'ultima trovata che si ricorda in questo film di Lynch che sulla carta poteva rivaleggiare con "Guerre Stellari" ma perde il confronto fragorosamente per risultati ed incassi che al tempo furono davvero miseri, ma mio caro De Laurentis neanche con Gesù Cristo alla regia, Allah alle luci e Budda sceneggiatore avresti potuto battere un capolavoro come "Star Wars".

Faccio un grande applauso a Sian Philips nel ruolo della reverenda madre Mohiam, la strega dai potenti poteri ipnotici è davvero memorabile e lo si deve a questa attrice gallese che purtroppo non ricordo di aver visto in altri film.

Nonostante sia una cagata sulla sabbia è un film che racchiude trovate sceniche davvero affascinanti e la stupenda colonna sonora dei Toto: a conti fatti il brano Take my hands adagiato sui titoli di coda con i volti dei protagonisti che sfilano sulle acque di Caladan è la parte del film che preferisco, forse perchè è finito?

David Lynch

Perse il controllo del film più o meno come il carico di spezia nella scena che lo vede alla guida della mietitrice del deserto che viene inghiottita dal vermone.

Non ebbe il final cut e si vede che il montaggio e la narrativa del film ne hanno risentito non poco.

Lynch considera "Dune" l'unico flop artistico della sua carriera e si è sempre rifiutato di rimettere mano al film per rieditare una versione estesa con il tanto materiale scartato.

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