Regia di Lawrence Kasdan vedi scheda film
Tratto dal romanzo L’acchiappasogni di Stephen King, il nuovo film di Lawrence Kasdan non corrisponde alle aspettative dei fan dello scrittore, né a quelle degli appassionati del fantastico cinematografico. Kasdan, che qui è alla sua prima esplicita escursione nell’horror, ha nella sua filmografia brividi di quotidiano mistero, e avrebbe potuto essere l’autore giusto per questa storia del legame arcaico e soprannaturale che lega quattro ragazzini a Dudditz, un coetaneo handicappato, e che continua a unirli nella maturità attraverso il dono diversamente precognitivo che Duddy ha fatto loro. Infatti, la prima mezz’ora di L’acchiappasogni promette benissimo, con il suo ritorno alle atmosfere crudeli e incantate che Rob Reiner aveva colto in Stand by Me e con la discesa precipitosa in un incubo alla Misery non deve morire (ancora di Reiner). Peccato che il resto del film (che dura più di due ore) sia letteralmente divorato dal racconto dell’invasione aliena in corso, con dovizia di mostri “madri” e mostriciattoli, di cacciatori di alieni fanatici o ragionevoli, di epidemie e ironie (le creature si chiamano Ripley o E.T.) che Kasdan non tiene sotto controllo. E che si perda completamente la trama misteriosa e affascinante che ha legato (come un “acchiappasogni” indiano) la vita dei cinque uomini. Alla fine, non sappiamo se abbiamo visto una parodia alla Raimi/Dante, un trash alla Larry Cohen o (com’è probabile) un fantastico pasticciato e sbilanciato.
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