Regia di Paul Schrader vedi scheda film
Il film comincia in chiesa, prosegue con orge in stanze d'albergo e finisce in un'altra stanza d'albergo con l'omicidio del protagonista. Si tratta della storia vera dell'attore americano Bob Crane, protagonista, tra il 1965 e il 1971 della serie televisiva "Gli eroi di Hogan". La sua parabola discendente corre in parallelo con quella ascendente dell'home video, portato avanti dal suo amico Carpenter, che lo inizia anche alle gioie del sesso extraconiugale. Il momento cruciale della sua carriera (e forse anche della sua vita) è proprio quando si lascia convincere da "Carpy" a tradire la moglie con una spogliarellista: da quel momento Crane si trasforma in un erotomane e la sua immagine non è più spendibile nel mondo dello spettacolo (il film è inframmezzato da alcune delle numerose conquiste di Crane: donne giovani e mature, belle e brutte, magre e grasse). Anche la sua vita privata va a rotoli; la prima moglie lo lascia dopo avere trovato le foto dei suoi amplessi, la seconda lo molla a causa delle difficoltà economiche. Schrader racconta la storia di Crane come una parabola emblematica sul maschio americano che nel vizio del sesso trova la propria autodistruzione. Il tema non è nuovo per il regista, che già lo aveva affrontato nel 1978 con "Hardcore": il problema del peccato è presente in tutta la sua filmografia (Schrader è anche lo sceneggiatore di "L'ultima tentazione di Cristo" di Scorsese), ma qui lo padroneggia con una messinscena a momenti eccessiva e volutamente sgradevole (tanto più se si pensa che si tratta di una storia vera), ben supportato dai due protagonisti (Kinnear e Dafoe). Il machismo dei due personaggi centrali è intrecciato con una latente omosessualità di fondo, e l'unica scena ilare del film è proprio legata a questo tema (quando Crane si accorge solo da una videoregistrazione che "Carpy" gli aveva infilato le dita nel sedere). (25 luglio 2004)
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta