Regia di Akira Kurosawa vedi scheda film
Libera rilettura del Macbeth shakespeariano, la cui vicenda viene trasferita nel Giappone del ’500. Rimane identico lo schema, con qualche cambiamento non sostanziale (es. le tre streghe sono sostituite da un vecchio spirito), e viene anche conservata l’ossessiva presenza di immagini di sangue; le innovazioni principali riguardano il personaggio di Lady Macbeth/Asaji, che a un certo punto rivela al marito di essere incinta (fornendogli così un motivo valido per l’uccisione del figlio di Banquo/Miki, già designato erede) e che non vediamo morire. La recitazione è fortemente stilizzata, dà un’impressione di solennità un po’ statica. Cosicché, a differenza del precedente film in costume I sette samurai, per un’ottica occidentale questo risulta più ostico e meno coinvolgente (anche per Tassone “ispira forse più ammirazione che simpatia”); ma la sua potenza visiva è notevole. Molto suggestivo il titolo originale: Il castello della ragnatela.
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