Regia di Akira Kurosawa vedi scheda film
Paradossalmente la migliore trasposizione del "Macbeth" shakespeariano - ed ho visto i film di Orson Welles e di Roman Polanski, mica steccoli! - è quella di un regista giapponese, che, portando la vicenda cantata dal Bardo da una barbarica Scozia a un altrettanto barbarico Giappone, spoglio di tutto e popolato soltanto da generali e soldati, disseminato di tante "fortezze Bastiani" anziché di laboriosi villaggi, riesce intelligentemente a mettere d'accordo - anche tagliando qualche personaggio e qualche scena laddove lo riteneva utile - chi si aspettava una potente messinscena di una delle opere più belle di Shakespeare (evitandone certe inevitabili, teatrali, verbosità) e chi, in Oriente, voleva vedere un altro film di samurai. Questo di Kurosawa è un film sperimentale ed espressionista, fotografato in maniera eccezionale da Asakazu Nakai, recitato in maniera intensissima da Toshiro Mifune (davvero impressionante e mozzafiato la scena della morte) e da Isuzu Yamada (una Lady Macbeth spettrale) secondo gli stilemi del teatro Nô.
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