Regia di Ben Sharpsteen vedi scheda film
Dopo l'insuccesso di "Fantasia" quale, fino al 1940, veniva considerato il più lungo film di Walt Disney, quest'ultimo decide di impegnarsi nella realizzazione di un film dalla corta durata (64 minuti) che possa rimediare il fallimento al botteghino del precedente film. "Dumbo", considerato il quarto classico Disney, narra di Dumbo ovvero questo piccolo elefantino che, per colpa delle sue orecchie a sventola, viene definito un fenomeno da baraccone. La madre, addolorata per le varie derisioni al piccolo, interviene con la forza e, per via di ciò, perde la ragione e viene rinchiusa in una gabbia. Dumbo, preso in giro dalle "colleghe" elefanti della madre, fa conoscenza con Timoteo, un topolino del circo rispettoso che cerca di fargli credere che lui sia qualcuno, che può ancora contare su sè stesso. La loro amicizia porta all'incredibile scoperta che Dumbo può volare.
"Dumbo" è sicuramente uno dei primi film Disney che si può definire "dark" a livello visivo ed atmosferico, ma bisogna riconoscere che è un furbo passo in avanti della Disney quale, d'ora in poi, darà il meglio di sè soprattutto nel dramma - possiamo ricordare "Bambi", "Cenerentola", e così via - anche se aveva già accennato qualche aspetto cupo nei primi lavori "Biancaneve & I Sette Nani" e "Pinocchio". Il film è attuale in ogni contesto e la tematica principale è la derisione: il personaggio principale viene deriso per le sue orecchie grandi ma, come vien fatto notare da Timoteo - a parer mio uno dei personaggi meglio caratterizzati della Prima Disney - vi è del buono nelle sue azioni che pochi notano. Dumbo è costretto a vivere in una società declassata, una società che prende un individuo ingenuo e lo maschera come vuole: quella finale è la sua ribellione, la sua libertà, quale va a dimostrare le sue capacità di elefantino volante. Un film che lotta con il pregiudizio - e che, personalmente mi ha fatto emozionare in parecchie scene, e non credo sia per questioni nostalgiche - che vuole abbattere le barriere, facendoci sentire più umani e meno bestie. Storia emozionante, animazioni psichedeliche (soprattutto nella scena degli elefanti rosa), musiche memorabili grazie al Quartetto Cetra.
L'unico punto negativo del film potrebbe essere la "frettolosa" sceneggiatura: il film scorre per bene, ma probabilmente vi è qualcosa che manca, forse qualche dettaglio. Infatti non lo considero un film particolarmente completo nel suo essere, riconoscendone gli intenti positivissimi.
Magneficenza, insomma.
9.
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