Regia di Paolo Modugno vedi scheda film
Il clandestino è uno dei capolavori di Conrad, variazione esotica sui temi del doppio e dell’altro, soggetto come tutte le potenti metafore a varie interpretazioni. Paolo Modugno lo ha aggiornato e ambientato in un luogo indefinito, metafora di tutte le migrazioni presenti e future. La vicenda di base (il giovane comandante di una nave, straniero al suo stesso equipaggio, ospita un fuggiasco accusato di omicidio) viene banalizzata e sfilacciata in un film che regala momenti trash memorabili. Come l’inizio, con un gruppo da centro sociale che canta mentre passa in dissolvenza e al ralenty il volto pensoso del protagonista. La retorica dell’accoglienza diventa trombonesca, i buchi della storia non si contano, la sciatteria registica non è scusabile nemmeno in nome della povertà produttiva (e comunque il film ha avuto i finanziamenti statali). Salani sembra cercare le battute, il povero Gazzara duetta con Romina Mondello. E tutti, chissà perché, parlano con accenti esotici.
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