Regia di Paolo Modugno vedi scheda film
Non basta l'intento encomiabile e politicamente corretto di abbattere i pregiudizi sugli immigrati, non basta ispirarsi a Il clandestino di Joseph Conrad né incassare i quattrini del Ministero dei Beni Culturali per fare un film decente. Con L'ospite segreto siamo a uno dei tanti, troppi casi in cui il cinema italiano tocca il grado zero della scrittura filmica. La storiellina, ultraschematica, è questa: un profugo (Fortes Dos Santos) che sta per imbarcarsi su una carretta del mare si rivela essere una presenza scomoda per i loschi traffici dei naviganti. Angariato da questi ultimi, fugge buttandosi in acqua, fino a raggiungere la nave guidata dal capitano Alliano (Salani), che lo imbarca e lo nasconde all'interno di essa. Tra i due nasce un rapporto di reciproca fiducia, che si consoliderà quando il clandestino sarà costretto a fare i conti con la giustizia dopo varie peripezie e accuse ingiuste.
Non c'è una sola cosa che funzioni in questo film: gli attori che parlano tutti col birignao e, quanto a pronuncia, si lasciano sovrastare dal clandestino (credibilissimo!...), dialoghi in punta di plancia sopra i massimi sistemi, la Mondello (stendiamo un velo pietoso sul suo curriculum da attrice) che con la sua voce da bambina di tre anni duetta con Ben Gazzara, l'unico attore al mondo che lavori col torcicollo incorporato. Ma l'apice lo toccano gli inserti del tutto gratuiti in cui si vedono stralci di concerto dei Sarah F. Dietrich e Mark Hanna: uno spottone del tutto gratuito per una musica insopportabilmente molesta.
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