Regia di Olivier Megaton vedi scheda film
COME MENTORE LE CRONACHE CINEMATOGRAFICHE FANNO IL NOME DI LUC BESSON, il padre del cinema d’azione francese, mentre nel curriculum vanta anni di esperienze come regista di pubblicità e videoclip: pochi cenni “biografici” per comprendere immediatamente il genere di cinema a cui può essere interessato il regista francese Olivier Megaton, e la sua seconda regia, “Red Siren”, adattamento dell’omonimo best-seller di Maurice Dantec, ne è una chiara dichiarazione d’intenti.
Cinema “rumoroso”, d’azione a go-go, violento, patinato, ben diretto e montato, dove le psicologie dei personaggi sono però ritenute i superficiali “effetti collaterali” di una storia che può procedere anche senza.
Il racconto della fuga, da una madre “pazza” ed assassina, della dodicenne Alice (Alexandra Negrao) in compagnia del solitario killer Hugo (Jean-Marc Barr in vacanza dopo i continui impegni sui set “faticosi” di Lars Von Trier) segue il classico sentiero di tanto cinema d’azione di questi ultimi anni, mai segnalandosi per qualche innovazione stilistica, guizzi di sceneggiatura o interpretazioni particolarmente convinte. Quest’ultimi due aspetti anche note dolenti che non avremmo voluto segnalare: tra i nomi di chi firma l’adattamento del romanzo c’è anche quella del “fuoco di paglia” (?) Alain Berliner che ci aveva conquistati qualche anno fa con il suo esordio registico “La mia vita in rosa”. Mentre tra gli interpreti bisogna continuare (ahimè!) a sottolineare, dopo la deludente prova in “XXX” di Rob Cohen, un altro scivolone della nostra amata Asia Argento, che nel ruolo dell’Ispettrice Anita Staro percorre il film con l’aria assente e spaurita di chi si chiede: “ Ma cosa ci faccio qui?”.
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